- Accesso stradale
- Nessun problema fino alla miniera di bauxite
- Osservazioni
- Visto valanghe a pera esistenti
- Neve (parte superiore gita)
- Crosta da rigelo non portante
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Quota neve m
- 1700
Salita davvero remunerativa e impressionante per la varietà e la lunghezza. Partito da Roma con i gestori del rifugio Vincenzo Sebastiani, che raggiungiamo (e apriamo insieme) alle 10.45. Una mezzora di sosta e via, si riparte, stavolta in solitaria. Arrivare al colle dell’Orso richiede una fastidiosa risalita del Costone e una ridiscesa piuttosto noiosa. Da lì manca ancora un’infinità di strada! Superato il passaggio chiave con un minimo di attenzione, ma senza incontrare alcuna difficoltà(traverso esposto descritto in relazione), è solo questione di determinazione. Colle dopo colle, batto traccia nella neve non sempre portante al 100%, anzi. Ma chi la dura la vince! In un’alternanza di sole cocente (atmosfera surreale) e nubi nere e minacciose, arrivo in cima avvolto dalle nubi (non si vedeva da qui a lì). Basta scendere un poco, però, e la visibilità ritorna. Fuga verso il rifugio e arrivo nel tardo pomeriggio, dopo essermi sorbito una buona dose di risalite delle vette satelliti del Velino.
Al rifugio ho passato la serata in compagnia dei simpaticissimi e bravissimi gestori Martino e Raffaella (leggendaria la minestra di Ceci e Castagne fatta da Eleonora) e di un’allegra combriccola di 11 moldavi che hanno passato con me la notte al rifugio. Dopo un sonno ristoratore (11 ore!) ce la siamo presa comoda, abbiamo chiuso il rifugio per mezzogiorno (tempo pessimo, visibilità zero) e siamo scesi in un batter d’occhio, evitando la perturbazione incombente.
Splendidi due giorni per festeggiare il 25 aprile in Abruzzo!