Salita al Col de Valsorey evidente e segnalata con numerosi ometti, corda fissa per scendere al Col de Chamois un po’ usurata ma si disarrampica senza problemi. Qui noi abbiamo deciso di scendere sul ghiacciaio: rispetto alla mia salita di cinque anni fa le condizioni sono peggiorate, ma si passa ancora abbastanza bene. Si supera la terminale (abbastanza larga) su ponti solidi, poi ci si allontana dalle pareti rocciose, si aggirano un po’ di crepacci e si giunge al Col du Capucin. Un pendio ghiacciato, ripido ma breve, porta alla base dei Dents du Velan, un tratto di ghiacciaio meno crepacciato (ma qualche bel taglio c’è anche qui) conduce sotto l’impennata finale, dove si deve abbandonare il ghiacciaio non più percorribile (ghiaccio nero e seracchi) e salire per la crestina rocciosa senza difficoltà fino all’enorme calotta sommitale. Panorama purtroppo limitato sul versante italiano dalla foschia e dalle nuvole della perturbazione in arrivo.
Molto accogliente il bivacco, pulito e con la sua bella fontana di fianco alla porta.
Con Luca e Massimo. Un saluto ai due ragazzi valdostani con cui abbiamo (quasi) condiviso la salita.