Velan (Mont) Via Normale da Glacier

Velan (Mont) Via Normale da Glacier
La gita
enzo51
3 16/07/2015

Nessun problema raggiungere il bivacco di un confort davvero unico, dai due possibili itinerari d’accesso con partenza da Glacier. Difficile il reperimento del sentiero al colle di Valsorey (specie se lo si affronta di notte). Percorso di cresta per meta’ che e’ consigliabile mantenere fino al col de Capucin, poi su ghiacciaio con scarso rigelo, fino alla costola sulla cresta sud prima del calottone. Evidente la traccia sul ghiacciaio basta seguirla fino a tre piccole terminali, di cui una quella di mezzo piu’ aperta. Quindi occhio! Ultimo breve tratto a uscire in cresta prima su ghiaccio vivo e poi su infidi sfasciumi ricoprenti liscie placche (tratto delicato). Preventivare per la salita di questo tratto, un’ assicurazione dall’alto.
Esiste una corda fissa per scendere allo stretto intaglio del Col de Chamois, purtroppo non piu’ tanto in buono stato. Sfilacciamenti della fune in piu’ punti dovuto a sfregamento sulla roccia a seguito dei tanti passaggi. Meglio se si ha una corda per proprio conto da utilizzare a reintegro di quella esistente. Crepacci appena aperti e facili da tenere a bada. Basta seguire il tracciato di chi ci ha preceduti e non si rischia nulla. Possibile nel corso della lunga traversata che si sviluppa sulla linea di confine con la Svizzera, integrare con la salita di uno dei Corni del Velan, quello centrale facilmente raggiungibile con una breve deviazione dal percorso normale, dal quale si gode di una bella vista ravvicinata sul calottone sommitale. Gita classica di notevole impegno. Seppur modeste le difficolta’ alpinistiche (per lo piu’ concentrate nella salita al M.Capucin arrivando per cresta dal M.Cordine (passi di II°), rimane cmq un ascensione in ambiente d’alta montagna con frequenti passaggi dal ghiaccio alla roccia numerosi saliscendi su fili di creste per lo piu’ camminabili ma di terreno sfasciumoso di sviluppo importante con dirupi aggentanti e minati da crolli frequenti sul lato Italiano, e un ghiacciaio quello di Valsorey sempre piu’ asfittico e nero (sul lato Svizzero a dx salendo).

Quando salii 18 anni or sono nel lontano agosto del 97 questo stesso itinerario, c’era molta piu’ neve che adesso e il percorso di cresta era stato interrotto praticamente al Col de Chamois, e il resto dell’ascensione alla vetta era stato effettuato tutto su neve. Ora il ghiacciaio non offre piu’ spunto per una salita in tempi piu’ contenuti, in quanto abbassatosi di parecchio oltre a essere pieno di crepe che all’epoca non c’erano. E tale quindi da consigliare di rimanere in cresta proprio come abbiamo fatto noi anche se cio’ comporta la salita in punta al M.Capucin, a questo punto inevitabile ma almeno piu’ sicura. Abbiamo messo piede sul ghiacciaio e di conseguenza i ramponi solo a partire dal Col de Capucin in poi e filare in vetta, con nuvoloni da calore formarsi e gonfiarsi sempre di piu’ dal lato italiano. Con Tiziana che sa benissimo che certe salite necessitano di una certa preparazione che di certo a lei non manca, cosi’ come nemmeno dovrebbe mancarle la compagnia giusta.

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