Vannetta (Becca) dalla Diga di Place Moulin

Vannetta (Becca) dalla Diga di Place Moulin
La gita
andrea81
4 15/08/2018
Accesso stradale
parcheggio a pagamento alla diga

Attualmente la difficoltà della gita non va oltre EE/F per la quasi totale mancanza di neve (servono comunque i ramponi per il piccolo glacio-nevaio sotto il Col du Laurier Noir).
Con ordine, partito dal parcheggio gratuito prima di quelli a pagamento usando la mountain bike per l’avvicinamento (15′ tranquilli contro un’ora a piedi), lasciata poi fra gli alberi all’inizio del sentiero per il Rifugio Nacamuli/Collon. Prima parte del vallone piuttosto dolce e con scarsa pendenza, poi girato l’angolo inizia la salita del promontorio con alcuni tratti protetti da cavo (scorre acqua sulle rocce, utile in discesa). Raggiunta la piana sotto il rifugio, ho seguito il sentiero ufficiale che allunga un po’ passando proprio a breve distanza da questo, se si vuol abbreviare si può percorrere il pianoro acquitrinoso e poi seguire una buona traccia verso il Col Collon, che si ricollega più avanti al sentiero classico. Raggiunta la zona del defunto ghiacciaio Collon (ufficialmente estinto, resta solo del permafrost sotto uno strato di rocce e detriti) capisco subito che mi toccherò salire la pietraia immonda. In salita ho sfruttato la lingua di neve a destra del ripido pendio, però poi mi sono andato a incasinare su una fascia di rocce bianche che ritenevo solide invece muoveva tutto; raggiunta comunque la parte superiore della pietraia, un po’ più comoda ho trovato ben un ometto a indicare il percorso, lungo semicerchio verso destra per aggirare la fascia più infame, e poi ho raggiunto la conca superiore, qui l’unico tratto di neve obbligatorio, usato i ramponi per neve dura e sul finale anche ghiaccio vivo affiorante. Io mi sono mantenuto sul bordo sinistro dove ho individuato un punto di accesso alla piccola bastionata di rocce che ritenevo più comodo, e così è stato, ma si può salire un po’ dove si vuole. Ancora un tratto di pietraia un po’ instabile fino al colle, che non conviene raggiungere ma meglio traversare verso destra puntando alla sella successiva, alla base della comoda dorsale che porta in cima. Tutta sta faticaccia è stata ripagata oltre che dal panorama sconfinato, dalla presenza di un meraviglioso laghetto di fusione proprio sotto la vetta, raggiunta in 4h15′ con un po’ di perdite di tempo a capire dove fosse meglio passare. In ogni caso i tempi forse con innevamento continuo salendo per la massima pendenza si risparmia tempo, ma con la pietraia 4 ore (usando la bike per la stradina) sono il minimo sindacale.
Discesa con molta calma e attenzione nella pietraia perchè farsi male qui + un attimo. Il tratto più ripido l’ho percorso al centro surfando su un ghiaione di piccole dimensioni, fino a tornare al sentiero sotto il Col Collon. Da qui in giù bella passeggiatona con colori e panorami mozzafiato. Il rientro alla diga con la bike fa apprezzare ancora di più questa scelta, seppur la strada fosse un percorso ad ostacoli con merenderos mobili.

Nemmeno a dirlo nessuno in cima, dal libro di vetta (il cui contenitore era finito misteriosamente 20 m sotto la cima nella pietraia) si direbbe comunque che qualcuno sale anche nel periodo estivo. Certo bisogna proprio essere appassionati di pietre.
Zero segnale vodafone da inizio alla cima.

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