- Accesso stradale
- Strada dissestata ma percorribile
Via di estrema logica ed estetica. Ho proposto una revisione della relazione, seppur valida, perchè alcuni dettagli non erano chiari o non del tutto precisi.
Intanto le soste sono tutte presenti a spit, alcune in comune con Agrippine ed altre nuove CT penso posizionate da Predan. Manca solo la prima sosta di Filo a Piombo, da fare su evidentissimo spuntone (controventare con friend bd n.2).
Anche i gradi sono un po’ da rivedere, perchè alcuni passaggi sono intensi e obbligati, come in L10 che se fatto in libera sullo spigolo (come in apertura) è molto delicato. L8, da noi fatto in libera, ci è parso sul 6b/6b+, ma c’è da dire che faceva molto freddo e la sensibilità era scarsa. E’ comunque un tiro delicato all’inizio e intenso alla fine. I gradi classici non rendono giustizia e sono fuorvianti.
La via non va considerata come una variante alla Perego, ma se vogliamo vederla da un punto di vista estetico e logico sarebbe quasi il contrario, Il Filo a Piombo è il vero spigolo del Valsoera.
Peccato per le varie intersezioni con Agrippine, che è stata aperta 10 anni dopo, i due spit all’inizio di L8 cambiano decisamente l’umore e l’ingaggio, gli altri tutto sommato non danno così fastidio.
Ripetizione in occasione dei 40 anni dall’apertura insieme agli apritori Andrea Giorda e Alessandro Zuccon, che sono tornati a legarsi insieme dopo tanti anni. Io e Lorenzo davanti a fare foto (la povera Marti a casa con il Covid), per noi era la prima volta sulla via.
Una bellissima giornata di amicizia, ricordi e speranze, nel segno della Scuola Gervasutti, di cui tutti e quattro facciamo parte.