Un vione da cinque stelle! Meritate per l’ itinerario verticale, la qualità della roccia e dell’attrezzatura.
L’impegno globale non è da sottovalutare,noi siamo usciti dal rifugio alle 6 e rientrati poco prima delle 21.
Per l’avvicinamento dal pian delle Muande conviene salire a destra dritti dal primo conoide erboso puntando allo zoccolo del becco, poi costeggiare la roccia su scomoda pietraia fino alla rampa inclinata del primo tiro ben segnalato da spit con cordone posto ad altezza “spalla”. Noi abbiamo impiegato due ore. La corretta spaziatura degli spit aiuta ad orientarsi sulla via,il terzo tiro inizia con diagonale ascendente verso destra puntando lo spit con cordone attualmente verde,poi sale dritto.
Ottime calate verticali, la prima in diagonale verso destra faccia a monte, poi abbiamo unito la 9 e 8 e la 2 e 1. Ottimo il consiglio di calarsi a sinistra del diedro, faccia a monte, del 4 tiro. In ogni caso valutare bene il potenziale rischio incastro.
Rientro da pietraia e poi conoide erboso dritti per dritti puntando pian delle muande.
Mia opinione personale è che questi luoghi mitici meritano un valido, più agevole e ben segnalato sentiero d’accesso. Purtroppo la tipologia del terreno non aiuta la realizzazione. In ogni caso le preziose informazioni di Mara, Tania e socie compensano.
Ringraziamenti e complimenti non in ordine d’importanza a:
gli apritori della via Claudio Bernardi e Soci,
le gestrici del Pontese, Mara e le sue ragazze meritano di fare scuola, gentili, premurose, attente, efficienti. Un esempio da seguire.
Elio Remondino e i suoi “pretoriani”, Ermanno, Marco e Gianfranco del CAI Asti con cui abbiamo condiviso parte della salita, le calate e il rientro.
Il caro socio Elvio, sempre forte e motivato che si è tirato le frazioni più difficili e gli ultimi due tiri e ha reso possibile la realizzazione di questa salita.