- Accesso stradale
- strada aperta 500 m oltre Granges
- Osservazioni
- Visto valanghe lastroni esistenti
- Neve (parte superiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Quota neve m
- 1900
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Avendo annullato la gita sociale del CAI Pianezza di 4 giorni al Ref de la Femma a causa delle pessime previsioni meteo, abbiamo ripiegato su una gita in giornata. 13 partecipanti in tutto, di cui 8 sono andati alla Roccia Verde, in 5 abbiamo proseguito fino alla Cima del Vallone. Si arriva con le auto circa 500-600 m dopo Granges (quota 1.619 sulla Fraternali), da lì la strada è innevata a tratti, e quindi conviene proseguire sci a spalle, altrimenti si è costretti a continui gava e buta. Partiti alle 6.30, abbiamo proseguito lungo la strada fino al termine, in corrispondenza dei camini del Frejus (1.750 m circa), dove abbiamo guadato abbastanza agevolmente. Da qui si prosegue ancora a piedi lungo il sentiero estivo fino a quota 1.900 m circa, dove comincia finalmente la neve e si possono mettere gli sci (in totale circa 1 h 15 di portage). Rigelo notturno ottimo fin dal basso, siamo saliti tutti assieme fino a quota 2.500 m circa, poi i due gruppi si sono separati. La salita alla Roccia verde non presenta problemi, ma sono necessari i rampant nell’ultimo tratto sotto il colle, e la vetta si raggiunge a piedi per mancanza di neve lungo la breve e facile cresta.
Noi per la salita alla Paumont non abbiamo seguito l’itinerario descritto, ma siamo saliti seguendo la cresta che parte dal Colle di Roccia Verde. A quota 2.700 m circa ci siamo messi i ramponi, puntando ad un pendio ripido che sbuca in cresta a quota 2.900 m circa e da lì abbiamo proseguito fino in cima. La cresta non è difficile, ma presenta alcuni tratti esposti e un paio di passaggi su roccia e sfasciumi facili ma non banali. Cima raggiunta alle 11.30…panorama spettacolare a 360° e temperatura piacevole anche se vista l’ora non ci siamo fermati molto in cima.
Discesa iniziata alle 11.45 su firn perfetto e pendii ripidi ma lisci come un biliardo. Le pendenze sono sostenute ma mai eccessive (35° circa); specie se non si scende dall’itinerario di salita, bisogna solo stare attenti a imboccare il canale giusto e a non finire sui salti di roccia. La soluzione migliore è quella indicata nella relazione e in alcune foto, quindi dalla punta tagliare tutto a destra dove c’è un canale decisamente ampio. Noi ci siamo tenuti un po’ troppo a sinistra, per fortuna abbiamo trovato un passaggio in un canalino stretto e ripido, ma con 50 m di derapage ne siamo usciti senza grosse difficoltà…poi da lì in giù le pendenze si smorzano decisamente e la sciata diventa molto più rilassata…neve ancora spettacolare fino a quota 2.000 circa, solo da lì in giù sfondava un po’. Da quota 1.900 si tolgono gli sci e si prosegue a piedi, anche se qualche tratto di 400-500 m di neve continua sulla strada c’è…forse scendendo un po’ più a sinistra rispetto ai camini si arriva quasi al torrente con gli sci, ma non è facile individuare il passaggio nel bosco.
Gran gitone, lungo e impegnativo sia in salita che in discesa (più che adeguata la valutazione OS) e neve praticamente perfetta per circa 1.200 m (5 stelle sono persin poche!!!). Peccato solo per il lungo tratto a piedi, che a mio parere diminuisce leggermente la valutazione complessiva. L’ideale sarebbe che la stradina fosse sgombra fino ai camini, però temo che quando ciò avverrà aumenterà anche il portage dopo il guado…