Valfredda (Bocchetta di) da Nibbio

Valfredda (Bocchetta di) da Nibbio
La gita
maguno
3 26/02/2019

Salita faticosa e discesa ancora di più , la traccia ( non si parla di sentiero se non negli ultimi cento mt. ripidi ) deve essere individuata a naso o cercando gli ometti costruiti dai precedenti passaggi. La nostra meta era il “balm du’l vegia” circa 930 mt di dislivello da Nibbio, tra sassi di torrente, massi della frana e sterpaglie , consiglierei ai salitori, arrivati in prox della frana di tenere il centro sx salendo nel cercare gli ometti, noi siamo andati a dx con altri ometti e ci siamo trovati senza ometti e con un colatoio franoso che non portava da nessuna parte. Consiglierei quindi, semmai di rafforzare gli ometti esistenti solo se si è sicuri del passaggio onde evitare più tracce che generano solo confusione.( Il traverso che abbiamo dovuto effettuare non è stato segnato quindi di max la traccia di dx è cieca ).

Deve essere stato un grande Amore quello vissuto dalla bella Angela e dal Michele nei primi anni del novecento lassù in val Faiera, una vita dura, fatta di privazioni con poco e niente riparati da un “balm” un masso erratico , sul crinale di quella valle stretta e ripida. Una storia che il Corriere della Sera di allora, parliamo del ’32, il 20 gennaio ne diede notizia con un articolo dedicato ai due amanti che abbandonarono tutto quello che avevano pur di vivere la loro storia di passione. Di tutte le cianfrusaglie presenti nel balmo presumo che ben poco, ma molto poco, rimane testimone di quanto è stato vissuto, in compenso dei gran rifiuti, da vetro a plastica a scatolette vuote rimangono a testimonianza dell’incuria e della maleducazione delle persone che sono passate, cacciatori compresi.

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