Valeille (Cime di) e Punta Scatiglion traversata Est – Ovest

Valeille (Cime di) e Punta Scatiglion traversata Est – Ovest
La gita
enzo51
4 23/06/2017

Partito da Forzo ore 11,30 della sera prima, scelta piu’ azzecata questa non poteva essere di prendersi un buon margine data la salita di un intera notte praticamente al buio, e con non sempre i riferimenti distinguibili malgrado la frontale tramandasse il suo bel raggio di luce. In piu’ occasioni ho dovuto ricorreggere il tiro e capire dove ero finito, quando i segnavia si trovavano a sparire del tutto. Morale ben 7 le ore per appena arrivare al Colle al quale perverro’ solo all’alba del giorno dopo circa alle 6.30. Ora ideale per cominciare quella che sapevo essere un eterna traversata, ma fatta al fresco almeno in questa prima parte. Il bivacco salendo non mi e’ riuscito di individuarlo, le saro’ passato di sicuro nei paraggi. Lo individuero’ invece lontano al ritorno, a traversata ultimata nella piena luce del pomeriggio col suo colore giallo vivo inconfondibile. Ora vuoi per il caldo, vuoi per il sonno venuto cosi a mancare del tutto, vuoi per lo zaino nemmeno poi cosi tanto leggero, e vuoi causa gli anni ormai tanti, presto spiegate le ragioni per cui giungere al colle mi ci e’ voluto cosi tanto tempo. Son poi cmq sempre 2000 m di dislivello, spalmati su un area di km di spostamento. Chi gia’ e’ salito su di qua’ lo puo’ dire, in tutta onesta’ che di scherzo non si tratta affatto. La traversata in se non difficile, ma nemmeno banale, mi sottrae altre 6 belle orette cosi da arrivare a 13, a traversata ormai completata, ma con ancora tutta la discesa da approntare. Discesa che effettuero’ a mia volta dal canalone nevoso che origina dalla quota 3270m, tra la penultima e ultima cima salita che e’ la Scatiglion, che mi ha costretto praticamente a ripercorrere l’ultimo tratto di cresta a ritroso. In cresta dove una ad una ho toccato tutte le punte, quanto alla parte tecnica , non ho avuto grosse difficolta’, a parte un paio di passi di III III+, precedenti l’arrivo sulla Cima Occ.le…su ottima roccia. Molto meno ottima, al contrario pessima in tutti quei casi e parecchi, dove implica per forza di cose, doversi discostare dal filo uscendo in parete, con aggiramenti (che sono un po’ sempre da mettere in conto ogni volta), per riprendere poco oltre di nuovo il filo di cresta. Ho attrezzato con cordino Kevlar attorno a spuntone la doppia da 20m accanto alla vecchia sosta per calata, ormai del tutto inutilizzabile, chiaro segno del totale abbandono di queste creste dimenticate nel tempo. Cio’ che scoraggia di questa traversata e’ la sua lunghezza a dir poco impressionante, qualcosa come due km di saliscendi continui. Un terreno tormentato, che richiede un costante esercizio di equilibrio, specie nei tratti affilati ed aerei, tali da non consentire mai di abbassare il livello di guardia. Il tutto ben condito con un rientro eterno ancora in giornata, da far nascere qualche dubbio, sul fatto che a questa eta’, ormai non piu’ giovane, pretendere prima, e ottenere poi certe cose, che poi son in una parola soddisfazioni, sebben frutto di mazzi incredibili, sia cosa ancora possibile.
Del resto non viviamo in un mondo dove tutto ormai deve essere performante?..e che performante sia allora..!!

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