Saliti dal Gias delle Mosche, la passerella ora si trova a monte del park del Bozano. Avvicinamento rapido nel sempre idilliaco contesto di Fremamorta: larici dorati, camosci sonnacchiosi e luci radenti. Dal colletto Valasco abbiamo provato a tagliare in piano senza perdere quota ma non ne vale la pena: conviene scendere fino al pianetto sotto la verticale dello sperone e di lì risalire i pratoni fino alla base.
Come già detto la via si svolge su un granito entusiasmante; i chiodi in posto sono sicuri e al punto giusto, solamente spesso si confondono con la roccia e non sono ben visibili, come su L3 (le possibilità di protezione sono comunque sempre abbondanti). Dopo la “rivisitazione” su L3 e la rimozione della lama pericolante torna utile un friend in partenza. S3 davvero scomoda. Dopo L4 abbiamo proseguito in scarponi in conserva protetta sulla dentellata e divertente cresta finale. Sicuramente degne di nota le due fessure che si incontrano all’inizio e alla fine. Materiale usato: una mezza da 60m usata doppiata, friend #0.3-2 BD (il 3 torna utile per le sopracitate fessure della cresta finale), qualche nut, qualche fettuccia. Martello utile ma non indispensabile.
Discesa rapida e meno peggio del previsto: il canale è secco e il terreno non è gelato. In basso si incontrano ben 3 ancoraggi per la doppia finale.
Con Vik in una fantastica giornata autunnale: partiti dall’auto con 1.5°C e finito scalando in maglietta, con tutta la serra dell’Argentera a fare da cartolina.