1.7Km
E' possibile spesso ridurre le difficoltà in libera con maggiori passi in artificiale su friends e nuts.
Appena a destra dell'attacco è presente il monotiro in fessura "Il ritorno del Gigiat" che alcune cordate utilizzano come variante d'attacco. 20 Mt., VII
Prendere il sentiero che attraversa la Val di Mello; passare la contrada "Cà di Carna" ed in corrispondenza del "Bidè della Contessa", prendere un sentiero sulla sinistra. Dopo aver attraversato il corso d'acqua il sentiero comincia a salire, in loco delle corde per aiutarsi, sino a raggiungere il grande bosco situato alla sommità della struttura denominata "Dimore degli Dei". Il sentierino si snoda ora lungo il bosco che conduce alla base dello "Scoglio della Metamorfosi". Costeggiare la parete verso sinistra fino alla base dell'evidente camino formato dal bordo sinistro della grossa lama denominata "La Porta del cielo". Appena a destra del camino c'è un grosso faggio quasi schiacciato contro la roccia.
Proseguendo verso destra si va all'attacco di Luna Nascente e Polimagò.
- L1, V, 25 metri: salire il camino, uscirne a destra su gradino erboso, salire la placchetta sovrastante (non proteggibile) ed arrivare alla sosta a dx su pianerottolo.
- L2, VI+/A1, 35 metri: traversare a dx lo spigolo e salirlo direttamente a raggiungere un chiodo ed un secondo poco più sopra. Si traversa per buone lamette verso dx. Si scende poi leggermente ad un ripiano e si risale poco più a dx per rocce più ammanigliate. Si arriva sotto un tettino con fessura rovescia (qualche chiodo), da attraversare verso dx. Alla fine del tettino non salire per il suo spigolo dx, ma continuare fino ad arrivare ad una zona di roccia molto lavorata da salire fino alla sosta da rinforzare (spuntone e chiodo).
- L3, VI, 30 metri: seguire il diedro fessurato, inizialmente molto verticale e poi più inclinato, fino al suo termine in corrispondenza del largo piano inclinato che caratterizza la sommità della “Pota del cielo”. Sosta da attrezzare su friend alla base della placca con i chiodi a pressione.
- L4, VI/A2, 35 metri: salire la compatta placca che porta sotto il tetto. E’ attrezzata con chiodi a pressione, salire con due una staffe. Il primo chiodo a pressione si raggiunge tranquillamente, per arrivare al secondo si fa un passo in libera grazie ad una grossa presa. Si arriva sotto uno strapiombino (chiodo), si traversa a sinistra ad altro chiodo + chiodo vicino. Qui occorre salire dritti, sfruttando una lista orizzontale per il piede destro ed una lama verticale più in alto per le mani. Si traversa quindi delicatamente a sinistrfa e poi dritto fin sotto il tetto ad un chiodo (qualche passo sprotetto). Ora si traversa sotto il tetto grazie ad una serie di chiodi piantati nella fessurina, Alla fine la fessura è utilizzabile per le mani e gli ultimi metri si fanno più agevolmente, fino a girare lo spigolo a sinistra alla fine del tetto e trovare una sosta, rinforzarla con friend). Attenzione ai chiodi sotto il tetto.
- L5, VII-; VI/A1 35 metri: su per la fessura nel diedro sopra la sosta. E’ tutta da proteggere con friends (tiro sprotetto). Arrivati sotto un tettino si esce a sinistra su evidente lista rocciosa che permette di traversare a sinistra, per entrare in un piccolo catino. Si traversa ancora su lista, fino a raggiungere una rampa erbosa da salire fino alla sosta alla base di un diedro.
- L6, VII; VI/A1, 40 metri: salire il diedro fessurato, pareti molto lisce, fino alla lama (un po’ erbosa) che permette di traversare verso destra raggiungendo un diedro sovente bagnato. Lo si risale e poi per rampetta un po’ erbosa si raggiunge la base dell’ultimo salto di roccia dove si sosta, 3 chiod1. Più a sinistra si vedono 2 chiodi, NON andare lì a sostare.
- L7, VII+; V+/A1, 40 metri: andare a destra, alla base di una fessura strapiombante. Risalirla fino al suo termine, poi si continuare per placchetta appoggiata e balze erbose puntando al piccolo boschetto soprastante dove si sosta (pianta con cordone+maglia rapida).
- L8, III+, circa 75 metri: attraversare il boschetto verso sinistra, quindi salire in diagonale la facile placca e continuare lungamente scegliendo i punti deboli, fino al bosco al termine delle difficoltà. L’ultima sosta è su un grosso abete (cordoni+maglia rapida)
DISCESA:
sfruttando le calate in corda doppia della via “Last line”:
1a. calata: 60 Mt., fino al boschetto di S7;
2a. calata: 55 Mt. in verticale fin sotto un caratteristico arco fessurato;
3a. calata: 55 Mt. fino alla sosta poco più a destra della S2 di Oracoli di Ulisse;
4a. calata: 40 Mt. fino a terra un poco più a destra rispetto all’attacco della via.
Da qui al parcheggio mediante il sentiero percorso durante l’avvicinamento.
In alternativa è possibile seguire in sentiero che scende sulla sinistra orografica della struttura.
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