Val Chiavenna, il Perone – Girotondo

Val Chiavenna, il Perone – Girotondo
La gita
ospite
0 19/10/2022

Forse meno scenografica delle sue vicine di sinistra, andando a collegare astutamente una serie di belle placche all’apparenza appoggiate e muri di roccia ruvidissima, talvolta impiastrata dagli inevitabili licheni e croste sbrisolone di una via aperta da poco.
Gradi secondo noi corretti, per le nostre abilità l’abbiamo trovata intensa e impegnativa, chiodatura adeguata allo stile.

Aderenza che fa da padrona su tutti i tiri, non mancano però un paio di muri “plus” su microliste e cristalli da concatenare in un rebus mentale “sgommo o non sgommo”? Al primo voletto in L1 la mutanda è offesa subito dai segni della frenata: movimenti cerebrali e tacchette da tenere a denti stretti. Tiro splendido, ma l’onore è compromesso sfoderando il vigliacco dall’imbrago.
Molto bello il traverso di 40m del quarto tiro, je pens que dopo questo non potremo scappare tanto facilmente con le doppie.
Segue placca 6b con movimenti per me già sufficientemente aleatori, poi L6 battezzata “superplacca” per ovvio motivo: stretta cornice da rimontare che induce in bellissima rigola-fessurata che al suo termine… termina…
L8 ancora gran danza leggera su muro verticale che esige precisione sulle punte dei piedi: passo a vista per un pelo, ma ho trovato la chiodatura tra 1° e 2° fix piuttosto pericolosa. Invece qui il mio secondo fila dritto sullo strapiombino così sbertucciandomi: non tornerò per questo, dovrò farmene una ragione.
L9 è il canto del cigno per entrambi, poco prima di piantare le unghie nei bei ciuffoni d’erba, terriccio e roccia lichenata i piedi esplodono e fine dei giochi. Ci trascineremo in malo modo tra gli alberi, novelli brancaleoni, cercando l’attacco dell’ultimo tiro (“il cappello”) trovandoci invece più alti di circa metà; fortunatamente con un friend #0.5 e una rampa a gradoni sbuchiamo all’ultima sosta, doloranti nei piedi e ben pagati nello spirito.
Discesa che meriterebbe un post a parte, per il ritorno su sentiero “a tratti lastricato” (sigh!) tenersi un margine prima del buio tra 1 ora e 1:30 per non trovarsi nelle grane.

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