Bella via di placca ma con alcune varianti verticali e piccoli strapiombi. Roccia splendida molto aderente ma molte prese mobili, terra e muschio sui tiri alti, dal 5° tiro in poi. Contesto e spittatura alpinistici; la spittatura risulta tuttavia molto adeguata se si possiede il grado; i tratti più duri sono sempre protetti nel punto giusto. Chiodatura a 5-6 metri nei punti difficili, 6-8 metri sui tratti di 4-5a e chilometrica(10-12m) sull’ultimo tiro di 3; sempre sull’ultimo tiro molte prese mobili e, data la lunghezza di 55 metri, corda veramente durissima da tirare(ogni tanto è necessario fermarsi su piedi solidi per recuperare alcuni metri di corda e poi srotolarla intanto che si arrampica); controllare sempre bene le prese prima di tirarle; soste pari attrezzate molto bene con catene e anelli; soste dispari da attrezzare; sull’ultima sosta può essere opportuno recuperare il secondo sporgendosi un po’ per evitare l’ultimo strisciamento e ridurre l’attrito, comunque notevole.
Le difficoltà maggiori sono al primo tiro(fessura atletica che giudico di 5c+ ma che può essere percepita più difficile essendo al primo passaggio della via), al quinto(piccolo tetto di 5c con alcune prese instabili) e al 7° tiro(pancia boulderosa di 6a dopo piccolo canaletto di sfasciumi non proprio da arrampicata sportiva e da interpretare bene).
Al rifugio Giacoletti sono presenti guide dettagliate stampate dal gestore che è informatissimo e molto appassionato di scalate
Prima scalata con Alessio, Sara e Max; dei soci perfetti con cui si è rimasti di buonumore per tutta la via senza perdere di vista la prudenza e la precisione. Gestione del rifugio e consulenza sulle vie da premio oscar