- Accesso stradale
- Posteggi abbondanti di fianco al Rifugio Donegani
Credo che la via sia relazionata e recensita a sufficienza, mi limiterò a dire 2 o 3 cose in più sulle cose intorno che ho letto poche volte:
– La Via in sè è molto lunga, soprattutto se non la si ha mai fatta: considerare 8 ore per una cordata veloce e affiatata che non sbaglia mai percorso (cosa tutt’altro che scontata), altrimenti se si è un po’più tranquilli o se si sbaglia un minimo si sfondano facilmente le 10h. In generale conviene essere all’attacco all’alba, così da prendere il maggior tempo possibile di luce. Ad occhio e croce, se si va con uno che la conosce bene, si può stare anche dentro 6-7h, ma è una mia stima personale e non oggettiva;
– Considerare che la parte bassa della parete rimane in ombra tutto il giorno, la parte alta prende sole al mattino e va in ombra al pomeriggio, valutare bene ciò per le temperature;
– Per l’avvicinamento ci vogliono 2h se presa con calma, 1.40h circa se si fa svelti la Ferrata in discesa: per quest’ultima, CONSIGLIATISSIMO PORTARE GUANTINI DA FERRATA, dato che si fa tutta scendendo attaccati al cavo per fare più veloce e senza di essi ci si consumerebbe le mani alla grande prima di iniziare ad arrampicare;
– Conviene dormire al Donegani o lì vicino in tenda e farsi l’avvicinamento al buio la mattina che non dormire in tenda sotto la parete: credetemi, il voi stesso a fine giornata vi ringrazierà di questa scelta che vi risparmierà tutto il lungo percorso per recuperare la tenda dopo la Via;
– L’arrampicata di V+ in camino è tutt’altro che scontata, per chi come me non è abituato c’è un abisso di differenza tra quel V+ e quello di qualche tiro dopo in diedro;
– La roccia è più buona di quello che ci si aspetta, soprattutto perché ben ripulita dai passaggi, ma occorre comunque prestare molta attenzione perché molti tiri sono pieni di ghiaia e pietrine che si muovono anche solo col passare della corda. Giusto i 2 tiri prima di quello finale presentano una roccia un po’piu delicata;
– Dalla Vetta si torna al Rifugio in più di 1h a buon passo, e il primo pezzo di sentiero per il rientro è su una pietraia bruttina;
– Le innumerevoli relazioni che si trovano della Via sono tutte valide e contengono tutte degli errori, non ce n’è una più giusta di un’altra, soprattutto perché per circa 20 tiri sono presenti quasi 30 soste: noi abbiamo tenuto 2 relazioni contemporaneamente (Sass Baloss e Vie Normali) e confrontandole ogni tiro siamo riusciti a sbagliare solo una volta praticamente al penultimo tiro, trovandoci comunque in una situazione delicata. La via è comunque abbastanza intuitiva e ben integrabile con friend dove serve.
Anche qua 2 considerazioni:
– Nino Oppio era probabilmente un arrampicatore mediocre, per quello prediligeva i camini, dove poteva incastrare le palle giganti che doveva avere per aprire questa roba nel 1940
– Non potevo sperare di meglio che Bea come compagna di cordata, tutta la via a tiri alterni senza battere ciglio, con alla fine un tiro sbagliato e improteggibile su placca che ha fatto con una testa e una decisione tale da impressionare persino me, cosa non facile. Decisamente la mia nuova supereroina preferita