Tuf (Punta del) da Tignet per il Col Loson

Tuf (Punta del) da Tignet per il Col Loson
La gita
gieffe
25/08/2016

… quasi un “pellegrinaggio” nel luoghi che da ragazzo, nel corso del primo degli spensierati e giocosi soggiorni salesiani del San Paolo in quel di Bien, mi hanno fatto incontrare la “montagna”. Che dire … il silenzio del meraviglioso bosco di larici percorso all’alba …; l’infinito vallone di Leviona che si apre dolce, sinuoso e selvaggio girato l’angolo dal casotto dei guardia parco …; gli animali (pochi purtroppo per il frequente passaggio dell’elicottero verso il Sella) che ti guardano placidi e curiosi; la multicolore parete himalaiana della Grivola che accompagna e cela, fino all’ultimo, lo stretto e lontano passaggio del Loson; l’ombra, assidua compagna di gita, che via via lascia spazio alla luce e ai tepori sulla pelle; le Graie che si dispiegano a perdita d’occhio dal culmine del Tuf di “pomeriana” memoria. Lunga sì, faticosa no, e assaporata passo dopo passo.
Oggi con Aldo, o meglio, con il suo ologramma.

Alcune considerazioni. La gita in giornata è decisamente impegnativa ed abbisogna di partenze antelucane (ore 4 da Torino) oltre che di un buon allenamento. Il tempo indicato sulla palina al ponte sul Savara a Eau Rousse (4h30’ al Col Loson) è sottostimato tenuto conto che oltre il dislivello c’è lo sviluppo importante, con perdite di quota seppur minime ma non trascurabili al totale, e lunghi tratti in falsopiano (il Loson è lontano!). Per starci dentro bisogna “spingere” con decisione senza “bamblinare” più di tanto. L’itinerario è bellissimo e vario ed il vallone di Leviona, nonostante il transito dell’AV2 (poca gente in giro comunque), rimane uno degli angoli più wild del Parco, oso dire unico; i sentieri sono impeccabili tanto da potersi permettere di lasciare a casa gli scarponi (un buon paio di approach sono sufficienti) e l’ambiente avvolgente è un continuo stimolo a spingersi sempre un po’ più in là a vedere cosa c’è dietro “l’angolo”.

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