Partiti dal rif. Prarayer alle 4.30, la salita fino alla punta ci ha richiesto poco meno di 5 ore. Seguito il sentiero fin dove possibile, poi proseguito lungo il torrentello (tracce) fino ad arrivare al ghiacciaio. Da qui superata la prima fascia di rocce sfruttando una lingua di neve ghiacciata (messo alcuni chiodi), mentre un’altra cordata presente ha optato per un giro più largo passando tutto a dx su neve e ricongiungendosi con noi sui pendii superiori. Passato un grosso crepaccio sfruttando un ponte abb solido, invece per la terminale la questione è un po’ più complessa: è parecchio aperta, noi abbiamo sfruttato un punto nel centro in qui rimane una lingua di neve dura (che è meglio non caricare cmq). Una volta andata via anche quella forse rimane da tentare tutto a sx ma poi si arriva su rocce montonate che non sembrano il massimo da scalare. Il pendio ripido superiore è invece in ottime condizioni, neve dura, si procede con due picche e senza chiodi.
Scesi per la normale in un vallone davvero selvaggio ma che ha il suo fascino. In discesa neve praticamente fino a ricongiungersi con il punto di partenza per la Nord, anche se il torrente inizia ad affiorare e bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi.
Ottima ospitalità al rifugio Prarayer.
Complimenti a Siro, mio compagno di cordata, alle sue prime esperienze alpinistiche. Con Sandro e Oriana. Un saluto all’altra cordata presente in parete.