- Accesso stradale
- Nessun problema
Gita grandiosa con giornata bellissima fin verso mezzogiorno, poi le prime nuvole, ma noi eravamo già pronti per la discesa. Saliti come dalla vecchia relazione della guida CAI, all’Alpe Peghiò, seguito i vecchi segni della traccia che porta alla sorgente dell’acquedotto, poi iniziato la salita vera e propria dei pendii erbosi, prima nel bosco di larici, poi su pendii più aperti ma sempre più ripidi, fino a raggiungere la traccia contrassegnata con bolli di vernice rossa del sentiero Giavino-Giuoco superiore; seguito questa traccia in direzione Giavino fino a raggiungere il solco centrale del canale di salita alla Punta Tressi; salita del canale come da itinerario, giunti in vetta breve sosta e foto di rito, poi decidiamo di andare a misurare lo spuntone della punta nord, quotata 2857, in salita sulla breve ma esposta cresta est, discesa per zolle erbose sul versante sud con rientro verso est all’altezza di un grosso masso staccato dalla parete, giro bello, cortissimo, ma non semplice. L’arrivo delle prime nebbie ci hanno consigliato di iniziare la discesa, sempre lungo il canale di salita e giunti alla sella di quota 2400 circa, siamo scesi in direzione ovest verso il piccolo laghetto della zona Sengie; proseguito discesa all’Alpe Giavino e su sentiero segnato fatto ritorno all’auto.
Proposta di gita già nel cassetto da diversi anni; oggi l’amico Franco ha detto che il momento era giusto, visto che ormai l’avevamo studiata bene da tutte le angolazioni. La via tecnicamente non è difficile, ma è la ripidezza del terreno, che è costante, anzi ho avuto l’impressione che più si sale, più si impenna che ti costringe ad un superlavoro di equilibrio fisico-mentale, che a lungo andare incide non poco sulle forze fisiche disponibili. Comunque gran gitone, grandi panorami, ed un grandissimo grazie all’AMICO Franco, che ha condiviso le cosiddette “gioie e dolori” di questa ennesima bellissima gita.