Tresenta (la) da Pont Valsavarenche

Tresenta (la) da Pont Valsavarenche
La gita
glauko_ma
4 26/08/2020
Accesso stradale
Da Pont Valsavaranche, ampio parcheggio.

Fino al Rifugio Vittorio Emanuele II è una gradevole passeggiata adatta a tutt* (e infatti gran processione per e da). La morena ed il vallone successivi sono adatti a chiunque abbia minima dimestichezza con terreni di montagna. E tutto sommato pure la parte terminale della Tresenta, faticosa, ma stabile. La vera difficoltà, in condizioni di innevamento quasi nullo, è la prima parte della salita alla cima, che è più ripida e costituita da massi instabili. Sconsiglio di portarsi eccessivamente sulla destra (come fatto da noi in salita) perché i massi sono di maggiori dimensioni e a ogni passo si rischia di smuovere coi piedi e di tirarsi addosso quanti sopra. Seguendo le tracce (accurata quella GPX proposta in relazione), la situazione è molto migliore e sicura. In condizioni di innevamento quasi nullo come ieri, superflui ramponi: ciò che resta del ghiacciaio era coperto da uno strato di neve residua molto portante e gradinata. Il poco ghiaccio vivo vicino alle rocce è ben visibile e costellato da pietre e pietruzze che rendono agile la progressione. Dal rifugio consigliavano ramponi e corda (ed è corretto lo facciano), ma ognuno in base alla propria esperienza e quella di compagn* valuti. Come da relazione, in caso di poca neve meglio tagliare al centro e poi verso destra, meno di 14 km a/r. Con passo discreto, 4h e 15′ da Pont alla cima. Prendersi il giusto tempo per scendere, soprattutto il tratto alla base.

Giorno infrasettimanale di fine agosto, discreto traffico da e per il rifugio, praticamente nessuno dopo (solo una coppia incrociata durante la discesa). Vento molto forte, previsto, con effetto vela sullo zaino, ma che ha ripulito e asciugato, cielo terso all’inverosimile. La Tresenta, vista dalla base ma soprattutto dalla cima sul lato piemontese, fa chiedere come possa restare in piedi.. Faticosa e instabile, ha il fascino antico della roccia che si sbriciola. Come osservato dal mio compagno di salita, si prova pena per la roccia. Dalla cima ci si trova al cospetto del Gran Paradiso e faccia a faccia col Ciarforon e si sovrastano i rispettivi colli. Gran pace.

Link copiato