Tresenta (la) da Pont Valsavarenche

Tresenta (la) da Pont Valsavarenche
La gita
i3fili
4 06/09/2009

Arrivati al parcheggio di Pont alle 6:30 con temperatura esterna di 1°C, e dormicchiato ancora mezzora in macchina. Dal rifugio si può raggiungere la base della Tresenta per due vie: percorrendo in alto la morena e sbucando sul falsopiano in direzione del Colle del Gran Paradiso, oppure tenendosi bassi e risalendo il bellissimo vecchio letto del Ghiacciaio di Moncorvè fino a congiungersi all’altro percorso. Dal pianoro una lunga teoria di ometti risale le grandi rocce montonate e porta all’attacco del ghiacciaio nel punto più vicino alla base della Tresenta. A fine stagione con il ghiacciaio privo di copertura nevosa quest’ultima è l’opzione più consigliabile, se non ci sente di affrontare su ghiaccio e detriti le pendenze sostenute che permettono di aggirare la prima fascia rocciosa. Unica controindicazione, occorre superare un’immonda pietraia dove tutto muove al solo sguardo. Nella parte superiore non ci sono problemi di sorta, ometti e una consistente traccia conducono alla vetta lungo l’ampio ma ripido versante Sud-Ovest. Panorama favoloso, in particolare (per quanto mi riguarda) sui sempre troppo trascurati valloni canavesani di Goi e Ciamosseretto, che mi ha fatto dimenticare oggi di aver faticato come un aso.

Incrociati due gruppi di francesi che scendevano, una coppia che è andata al Col di Moncorvè, e un’altra che saliva alla Tresenta mentre io scendevo e che ho scoperto aver fatto un avvicinamento alternativo (documentato in foto sotto).

Legenda foto percorsi: in azzurro il nostro percorso di salita (più chiaro in discesa); in rosso il consueto tragitto estivo; in verde il percorso della coppia; circolettata in giallo la zona della pietraia infame.
Nota: foto scattata a metà agosto scorso.

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