





- Accesso stradale
- strada pulita
- Osservazioni
- Visto valanghe a pera esistenti
- Quota neve m
- 1000
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
- Traccia GPX
Siamo partiti alle ore 8.30 da Gerola Alta con gli sci ai piedi su un perfetto fondo indurito dalle basse temperature delle due notti passate. Dopo aver superato il passo di Trona, abbiamo perso qualche metro per poi risalire al rifugio Falk, da lì abbiamo affrontato l’antipatico traverso che porta alla bocchetta del Piazzocco 2252 mt. Qui la neve bagnata era appoggiata su un viscido fondo compatto, poi sempre su fondo duro siamo arrivati poco sotto la cima che abbiamo raggiunto a piedi su neve inconsistente (polistirolo). Oggi nessun altro è salito dal versante valtellinese, mentre in cima abbiamo incontrato cinque persone salite da Ornica. Discesa su firn liscio come un biliardo, che ha mollato quel tanto che bastava per permetterci un’indimenticabile sciata. In basso, ormai siamo alla frutta, ma nonostante questo, tra un affondamento e l’altro, siamo ancora riusciti a raggiungere la macchina con le “pinne” ai piedi.
Gita molto faticosa, sia per lo sviluppo, sia per il dislivello, ma di gran soddisfazione, in un ambiente, nonostante la presenza di due dighe e dell’elettrodotto, ancora selvaggio e poco frequentato.
Altri due itinerari scialpinistici permettono di raggiungere la cima: dalla valle dell’Inferno sul versante bergamasco e dalla Valsassina sul versante lecchese.
NOTE STORICHE – Il Pizzo dei Tre Signori con i suoi 2.554 m s.l.m. è il Signore della Val Gerola e luogo d’incontro di tre province: Bergamo, Como e Sondrio. Anticamente era il punto di confine tra la Repubblica Veneta, il Ducato di Milano e la confederazione svizzera delle Tre Leghe, la quale occupò tutta la Valtellina e la Valchiavenna dal 1512 al 1797. Poco sotto il lago dell’Inferno, in passato, era estratto, lavorato e portato a valle con delle slitte il minerale di ferro. Numerosi forni costruiti con pietre a secco, nei quali il minerale subiva una prima lavorazione, funzionavano giorno e notte rendendo la valle simile ad un Inferno.
Il passo di Trona era un tempo un importante collegamento tra la Valtellina e la pianura; qui, inoltre, passava la cosiddetta linea Cadorna costruita poco prima della prima Guerra Mondiale per ostacolare un improbabile attacco austro-ungarico, attraverso la neutrale Svizzera.