Traversata dello Zangskar da Darcha a Lamayuru

Traversata dello Zangskar da Darcha a Lamayuru
La gita
bagee
5 01/08/2001

Stupenda traversata Sud – Nord della catena himalaiana, 22 giorni di marcia su un percorso di circa 320 Km, valicando 9 colli tra i 3700 ed i 5100 m.
Lo Zangskar è un angolo del Kasmir indiano, terra di antiche tradizioni buddiste in parte sopraffatte nei secoli dall’invadenza islamica.
Il percorso è l’ipotenusa del triangolo Manali-Srinagar-Lhe; strategicamente importante nel contesto della strisciante guerra tra India e Pakistan, rappreseterebbe il percorso più breve per far giungere rifornimenti militari a Lhe, la capitale del Ladak; a tale scopo è partita la costruzione di una carrozzabile che seguirà la linea del ns. percorso e renderà tristemente obsoleto e fuori luogo questo fantastico cammino fuori dal tempo.
E’ un viaggio per pensare; il silenzio, lo sciabordio dei fiumi, le alte cime, gli spazi infiniti e la solitudine sono la compagnia per lunga parte del viaggio e poche le occasioni di incontrare genti e scambiare con esse qualche relazione.
L’ambiente è il deserto di alta montagna, clima continentale, notti fredde, giornate calde, rischio meteo assai elevato in alcuni tratti.
In questo quadro occorre essere autosufficienti in tutto, viveri, combustibile, attrezzature, farmaci, ed essere preparati alle emergenze; questo rende il viaggio assai impegnativo fisicamente e psicologicamente
Località di partenza il piccolo borgo di Darcha, a 3350 m. nella valle del Bhadra, un affluente del Chenab; il cammino inizia sull’embrione della strada in costruzione, che per ora termina presto;
si lascia l’ultima presenza umana e per 5 giorni non si incontrano più insediamenti, salvo una the-house persa nelle pietraie ad oltre 4000 m..
Si risale l’ampia valle costeggiando un rumoroso fiume, poi infilata una valletta laterale si giunge al primo e più alto colle, il Singo La a 5100 m., coperto di lung-ta colorate testimonianza della fede buddista; su ghiacciaio morto si scende nella valle del Kargiak Chu tra rari papaveri blu ed immense e fini pietraie, ed alla quota di 4200 m. nel villaggio di Khargiak si ritrova la civiltà di un mondo 1000 anni addietro.
Su deserto di sassi e rare piccole oasi verdi che spiccano in tanta desolazione si giunge alla confluenza con lo Tsarap Chu; ne risaliamo il corso sino al monastero di Phuktal, una perla bianca incastonata in una gialla verticale parete, alto sul fiume, quasi a sfidare le leggi della fisica.
Altri due giorni di cammino e si giunge a Padum, un tempo la capitale dello Zangskar, ricca di devozioni buddiste, ora triste borgo egemonizzato dai muslim, ove per gustare una birra occorre nascondersi sotto il tavolo!
Da questo luogo è possibile interrompere la camminata e in un paio di gg. rientrare in pullman a Srinagar o a Lhe.
La ns. marcia segue ora il grande fiume Zangskar; lunghi tratti di sponde desertiche interrotti da piccole oasi nella valle ora piatta ed ampia, ora stretta tra altissime verticali pareti dai colori più vari ed improbabili; poi abbandona il fiume, che si infossa in una forra impraticabile, e riprende quota per valicare una lunga serie di colli sin oltre i 5000 m. viaggiando su fianchi e creste di monti con panorami mozzafiato, quasi a camminare sul bordo di un’ala d’ aereo!
Gli incontri sono rari, nei piccoli villaggi la vita segue i tempi e le modalità del Medio Evo, la natura detta i ritmi delle semine e dei raccolti, le stagioni regolano i movimenti delle genti e degli animali.
Improvviso su qualche tetto può apparire un tocco del secondo millennio, un piccolo pannello solare, utilizzato per ascoltare musica strombazzante da qualche radio, più che per accendere una luce in quegli impensabili tuguri nei quali siamo entrati a ‘’gustare’’ il famoso the tibetano gentilmente offertoci dai locals; entrare in queste abitazioni è decisamente un’esperienza forte, e ci fa capire quanto siano distanti i ns. mondi….
Immense valli ad U popolate da rare presenze di yak si percorrono in totale solitudine, poi improvvise spuntano perle come i villaggi di Lingshed o di Photalsar sospesi nello spazio e nel tempo. …
Dalle immensità dei paesaggi lunari del Sirsi La ci inabissiamo nelle profonde gole di Honupatta, un lungo incredibile canyon largo 30-50 m. con pareti verticali di 5-600 m. sul fondo delle quali quasi mai arriva un raggio di sole, un ambiente assolutamente unico; ma tutto questo ha i giorni contati!!
Un compressore della Atlas-Copco lentamente sta demolendo migliaia di tonnellate di roccia e la succitata strada anche da questa parte inesorabilmente avanza.
Ancora un paio di gg. di cammino, poi uscendo da una ennesima gola improvviso si para dinnanzi agli occhi la ns. meta, l’ imponente monastero di Lamayuru, antico ed importante centro del buddismo indiano.

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