Tovo (Monte) – Ai-Gat-ad-Piumb

Via di grande respiro, certo discontinua, com’è inevitabile sulle pendici del Tovo, pendici erbose, che interrompono i bellissimi speroni di solidissima roccia, ma contribuiscono a crearne il fascino. Già all’attacco, a dispetto di qualche ciuffo d’erba, si apprezza il grip eccezionale e la confidenza degli appigli. Stupenda la pinna, persino Germana, di solito timorosa dei traversi e dell’esposizione, ne è stata affascinata, così per il muro a seguire. Ancora bellissimi il muro verticale di L11, che rappresenta il tratto tecnicamente più interessante della via ed infine quello di L13, altrettanto bello. Di qui ripida risalita su erba olina fino alla spalla erbosa, non abbiamo visto l’ultimo tiro (L14), ma con i piedi cotti dal caldo, non avevamo neppure più voglia di rimettere le scarpette, quindi sentiero e fuga verso valle.
Qualche notazione sull’attrezzatura: i tiri sono corti, basta una corda da 40 metri, sufficienti otto rinvii, la chiodatura è ottima, non serve integrare. Le prime soste sono in inox con catena ed anello di calata (originale la colorazione mimetica), quelle superiori con cordoni ormai consunti (alcune su singolo spit), quindi da allestire. Se si completa la via il percorso di rientro sul sentiero è agevole ma abbastanza lungo, soprattutto passando per l’Alpe Trotta. In alternativa si può scendere direttamente verso il pilone della funivia, sempre ben visibile, risparmiando qualche minuto. Allego la traccia gps dell’intero percorso, utile soprattutto per reperire l’attacco, di individuazione non immediata, la scritta alla base è pressochè scomparsa.

Come sempre con Germana, giornatona!!