Tossenhorn dalla Laggintal

Tossenhorn dalla Laggintal
La gita
larix66
3 14/04/2013
Accesso stradale
Cantiere tra Gondo e Gabi. Strada per la Laggintal chiusa alle auto.
Osservazioni
Visto valanghe a pera esistenti
Neve (parte superiore gita)
Polverosa pesante
Neve (parte inferiore gita)
Bagnata
Quota neve m
1500
Equipaggiamento
Scialpinistica

Gita spettacolare ma molto impegnativa sia tecnicamente che fisicamente, lungo un itinerario pochissimo frequentato, effettuabile soltanto in rare occasioni in base alle condizioni di innevamento. Si comincia portando gli sci in spalla per circa mezz’ora lungo la strada per la Laggintal, interdetta peraltro al traffico privato, non ancora praticabile per i numerosi scaricamenti. a circa metà strada si incontra neve continua per cui si possono mettere gli sci ai piedi. Passato il torrente senza troppi problemi si comincia a salire sui ripidi pendii della bastionata rocciosa; la scelta del percorso di salita, soprattutto nel tratto a monte dell’Alpe Bidemji è senz’altro complessa ma non giustifica i toni apocalittici con cui è stata descritta in varie relazioni; noi troviamo addirittura due diverse possibilità altrettanto valide. Siamo aiutati dalle condizioni della neve, molto adatte alla salita la mattina presto, e dal meteo; sarebbe stato impensabile affrontare questi pendii con scarsa visibilità. Superata la bastionata si apre uno scenario indimenticabile con la testata della Laggintal che ospita tre autentici colossi: Weissmies, Lagginhorn e Fletschhorn, il “Trittico del Sempione”. Qui si comincia a trovare neve polverosa ma già piuttosto pesante, alternata a neve già fusa in superficie. La presenza contemporanea di questi due tipi di neve comporta la formazione di zoccoli molto fastidiosi sotto le pelli, a cui rimedio utilizzando l’unico materiale simile ad un lubrificante di cui dispongo al momento: il burro cacao. L’accorgimento sembra funzionare bene. Dopo aver salito ancora qualche tratto ripido raggiungiamo finalmente il tratto superiore del Tälligletscher da cui con un interminabile traverso guadagniamo la cima, chi senza sci per cresta, e chi sci ai piedi appoggiando sul versante Nord. Piccozza e ramponi sono serviti solo ad appesantire gli zaini, ma non sarebbe stato saggio lasciarli a casa o in auto. Il panorama di vetta è tra i migliori della zona, soprattutto sulle imponenti montagne vicine. Con l’aumentare della temperatura, i versanti delle montagne intorno a noi scaricano numerose valanghe spontanee, fortunatamente lontano dal nostro percorso; è il caso ad esempio della parete Sud-Est del Lagginhorn. Al momento di scendere, inevitabilmente tardi per via dell’estrema lunghezza della salita, la neve mostra gli effetti del caldo: già sotto la vetta la neve appesantita non esalta il divertimento in discesa; più in basso la neve surriscaldata assomiglia vagamente al firn ma cede per almeno 10 cm. I problemi maggiori si incontrano nel tratto più tecnico della discesa; sebbene i pendii ripidi risultano più o meno tutti già scaricati, il pericolo è ancora alto, sottolineato dai bollettini locali che distinguono valanghe “asciutte” e “bagnate”. Su neve che ormai ha perso ogni consistenza, scendiamo uno alla volta guardati a vista dagli altri, finché raggiungiamo tutti senza problemi la base della bastionata. E’ stato molto utile in questa fase individuare e seguire le tracce della salita. Sperando di approfittare della neve sulla strada di ritorno, dobbiamo invece fare i conti con neve mollissima che rende il procedere con gli sci una cosa penosa, anche per via della ridotta pendenza della strada. Arriviamo finalmente alle auto dopo 12 ore in tutto, pause comprese, tutti visibilmente soddisfatti ed appagati nonostante la fatica. Con una decina di gradi in meno la gita sarebbe stata perfetta sotto ogni punti di vista.

Per la gita di oggi ho potuto contare sulla compagnia di Andrea, Massimo, Patrizio, Timoteo e Umberto. E’ un vero piacere condividere una gita di questa portata con un gruppo di scialpinisti di indiscusso valore, dove ognuno mette la propria esperienza e le proprie capacità di valutazione al servizio degli altri.

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