Tos (Becca di) da Plantè per Maison Forte

Tos (Becca di) da Plantè per Maison Forte
La gita
brunello-56
5 16/07/2016
Accesso stradale
In autobus in Valgrisenche, fino al bivio per Gerbelle-Plantè

Premessa: la gita non corrisponde esattamente all’itinerario, è stata fatta in senso opposto partendo da Plantè e non chiudendo l’anello, sono anche state apportate varianti sul tema ma non mi sembrava il caso di aggiungere un nuovo itinerario. Comunque, ecco la gita alla moviola.
Partenza da Plantè, salita agli alpeggi di Verconey e poi per sterrata alle fortificazioni di Maison Forte (e fin lì ..). Non sono però arrivato fino all’alpeggio di Maison Forte: passati i ruderi del fortino, al primo torrente ho visto una pista che saliva puntando verso una rupe; per curiosità l’ho seguita pensando si ricongiungesse con il percorso che sale lungo il torrente che scende a Maison Forte. Ma così non è: la pista – bella marcata – arriva fino al torrente dove termina, poi si inizia a salire per il ripido pendio lungo il torrente, ogni tanto si trova una traccia, forse dei camosci, e si sbarca alla finestra a quota 2800 m circa già nel pianoro ai piedi della cresta che va dalla Becca di Tos alla Feluma. Qui momento di confusione mentale, non ritrovandomi con l’ambiente; basta però svoltare a sinistra, proseguire aggirando un costone, appaiono in breve la testata del vallone con la Becca di Tos ed i primi ometti.
Io ho scelto di salire la punta a sinistra della Becca di Tos (guardando la testata vallone) pensando di arrivare alla Becca di Verconey; invece questa punta, quotata 3144 m (v. carta L’Escursionista) sovrasta la Becca di Verconey, che è più a Nord e alla quale secondo me conviene salire da Revers per quel pianoro con i laghetti che si incontra quando si sale alla Becca di Tos da Boregne.
Per salire alla punta 3144 m sono sceso leggermente aggirando dossi e depression ancora innevati, per poi salire in vetta sul suo versante ovest.
Dalla vetta ho poi optato per la Becca di Tos percorrendo tutta la cresta detritica. E’ andata bene: dalla cima si scende per passare sotto la sella (qualche tratto un po’ franoso ed instabile) per poi risalire, su detriti o su massi, fino al gigantesco ometto della Becca. Lungo la via si trovano anche ometti, secondo me è meglio ignorarli salendo lungo il percorso che si ritiene personalmente più idoneo.
Per il ritorno, sempre stando sul pendio verso la testata ed evitando la discesa diretta, sono sceso al pianoro sottostante per poi puntare verso il canalone che riporta a valle. Per il rientro volevo tornare dal percorso che scende all’alpeggio di Maison Forte (quindi non quello di salita) dove so che c’è anche un sentiero che avevo percorso salendo alla Feluma. Ho ravanato a lungo, ma poi li ho trovati: percorso e sentiero; e allora ho seguito tutto il sentiero – sempre marcato ed omettato – che mi ha portato fino alla sterrata, dove ne ho segnato lo stacco con un ometto che ha un che di personalizzato. Poi rientro a Plantè per lo stesso percorso dell’andata, lasciando campo libero a Monica&Co che oggi ritorneranno sulla via per rinnovarne la salita con destinazione Feluma.
Grande giornata. Meteo inenarrabile, senza una nuvola e fresco al punto giusto (brina e ghiaccetto in salita), solo wilderness e solitudine totale con la sola, splendida compagnia di Frank.
Un’altra gita dove le stelle non bastano, un’altra volta, rubando un brano ai Nomadi, … “Lungo le vie del vento”.

Anche oggi con un indomito Frank, sempre davanti come apripista anche nei tratti per lui più ostici. Incredibile cane !!
E poi un grazie alla moglie per il recupero a Plantè, giusto all’ora di cena; e allora perché non approfittarne per una sosta alla Maison de Myrtilles ? Dove il trattamento, come la gita, è stato davvero da 5*

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