Tenibres (Monte) e Becco Alto del Piz da Pontebernardo, anello per il Passo della Lausa

Tenibres (Monte) e Becco Alto del Piz da Pontebernardo, anello per il Passo della Lausa
La gita
gallyz
4 08/05/2021
Osservazioni
Visto valanghe a pera esistenti
Neve (parte superiore gita)
Crosta da vento/sastrugi
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
1900
Traccia GPX

Partiti dal gran parcheggio a prati del vallone alle 7 circa. Portiamo gli sci in spalla per circa mezz ora su sentiero (volendo si potevano gia calzare gli sci dopo 10 minuti stando sulla sinistra). Neve dura. Buon rigelo notturno. Alla prima rampa calziamo i coltelli. Alla seconda, per arrivare al Passo della Lausa, proviamo senza. Scelta sbagliata. Alla fine metteremo i ramponi. Neve brutta sul pendio, con creste lavorate dal vento e lastroni compatti scivolosi in successione. Parecchia gente sul Borgonio (scelta azzeccata come cima. Con neve molto regolare a vedersi).
Saliamo sulla Punta Lausa (tentati dall’Ubac ma col timore di dilatare troppo i tempi). Scendiamo quindi sul versante francese. Proma verso il lago di Tenibre. Quindi verso i laghi di Vericles. Neve trasformata bellissima. Un biliardo. Nei tratti in ombra ancora dura ma estramemente liscia e ben sciabile. Prima dei laghi di Vericles, ci teniamo sulla sx (discesa di 300-400 metri) e risaliamo il breve canalino che ci collega al pendio che porta direttamente al colle Tenibres (si poteva anche scendere ancora qualche metro ed evitare il canalino, facendo praticamente il sentiero estivo che porta al Tenibres). Risaliamo quindi il pendio con i ramponi ai piedi (la neve è dura, non abbiamo voglia di rimettere le pelli e poi magari rimettere i tamponi dopo). Il pendio piuttosto diretto e costante. Facile da percorrere ed impossibile da sbagliare. Poco prima del colle di Tenibres deviamo a dx e, dopo un breve spostamento in piano verso est, iniziamo gli ultimi metri per la vetta. Decidiamo quindi di scendere dal canale nord (si va in direzione del vallone del Piz, poi si sceglie il canale a dx alla prima biforcazione). Neve ventata non bella ma adatta alla discesa su un canale. Sempre sicura ed abbastanza sfondosa. Quindi tratto su neve ormai già bagnata fino all intaglio fra il Becco alto del Piz e la Punta del Vallone. Saliamo sul tratto non innevato, lasciandoci ad un certo punto la strada che porta al passo del vallone sulla destra. Arriviamo quindi ad un altro passo (penso senza nome) dal quale scendiamo senza problemi su neve bagnata (l ora è ormai tarda, uno dei miei compagni ha preso quella che penso fosse una crisi di fame ed abbiamo tardato molto, dovendo quindi rinunciare alla Punta del Vallone che era anche in programma al posto del becco alto del Piz della relazione), per la discesa che accomuna la punta del Vallone ed il Becco alto del Piz. Sci ai piedi fino a 10 minuti dalla macchina.

Gran bel giro ad anello, in ambienti veramente suggestivi, con le discese che vengono effettuate sempre ad un’ora consona per l esposizione. Come già ben spiegato possibile effettuare diverse varianti.
Con Gabrozz (il nome tamarro gulliveriano di Mora) e Matteo

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