Taschhorn Cresta SE da Taschalp

Taschhorn Cresta SE da Taschalp
La gita
marcestonex
4 04/08/2022
Accesso stradale
Partenza località Ottafe (posteggi), volendo in servizio taxi da Täsch

Giorno 1: partiti da Ottafe alle 10, dopo 2h di faticoso, ripido e interminabile cammino mangiamo e per le 13 ci troviamo ai piedi del risalto roccioso a quota 3300 circa; non trovato l’attacco della parete, andiamo su a caso per rocce facili finché non lo incrociamo, comunque sempre per facili passaggi al massimo di II. Arrivati in cima, attacchiamo quel che rimane del ghiacciaio a quota 3480: attenzione perché è veramente ridotto, fino a quota circa 3700, ad un dedalo mortale di voragini profonde decine di metri. Noi lo percorriamo cercando di portarci tutto a sinistra (faccia a monte) dove sembra un pelo meglio, ma la disposizione dei crepacci ci costringe ad un lunghissimo percorso a zig-zag per evitarli, facendoci così perdere più di 1 ora. Da quota circa 3700 il pendio si fa più dolce e quasi senza crepacci, fino all’ultimo gigante prima del Bivacco che va superato tutto a destra.
Bivacco veramente bellissimo, attrezzato con ogni cosa possa servire (legna per i fornelli compresa) eccetto il cibo che va portato. Solo noi presenti.
Giorno 2: Sveglia alle 2.15 perché la nostra intenzione era di fare la traversata fino al Dom: intenzione subito smorzata dal meteo, che fino al giorno precedente dava temporali dalle 15, e ora erano anticipati alle 12. Alle 3 siamo pronti a partire ma aspettiamo le 3.30 per via di un fastidioso nebbione che non ci fa vedere niente. Dissipatosi, partiamo e ad un buon ritmo saliamo su per la cresta rocciosa che si presenta pulita da neve in ogni suo tratto dall’inizio alla fine. Appunto sulla traccia: in linea di massima si tiene sul filo di cresta, ma alle volte aggira in parete alcuni torrioni (quasi sempre lato Saas), seguire sempre gli ometti presenti nella prima parte di percorso e in generale le numerose ramponate. Ultimi 100/150 mt di cresta non intuitivi come il resto, ma comunque più o meno ovunque si riesce a passare facilmente occhio solo ai detriti che si muovono e vengono giù molto facilmente. Arriviamo in vetta dopo 3h esatte dalla partenza, alle 6.30, e decidiamo visto il nebbione che ci avvolge e le previsioni non incoraggianti di tornare indietro. La discesa per lo stesso percorso non è banale ma perlomeno non si ha il fiato corto, ed in 2.15h siamo nuovamente al Bivacco, dove ci riposiamo un’ora prima di ripartire alla volta di Ottafe. Erroneamente decidiamo di non passare per il ghiacciaio, troppo pericoloso, ma di tenerci sullo sperone a quota 3600 per scendere giù fino allo sperone inferiore: non l’avessimo mai fatto! Ci troviamo a dover arrampicare in discesa passaggi anche di IV su roccia che viene via a guardarla e senza poter mettere protezioni, ma fortunatamente, con una calata finale su cordino, riusciamo a tornare sul percorso e da lì lungamente a riportarci a Ottafe.

Con il divoratore di 4000 ferrovier Pietro!
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