Finalmente una notte con buon rigelo, seguita da una giornata limpida e senza una nuvola.
La crepaccia terminale del canale che porta al Col du Diable si passa bene molto a sinistra in una profonda rigola, non facile da trovare al buio. Noi eravamo ultimi e siamo stati agevolati a trovare il passaggio… Neve buona per la prima parte del canale, poi un lungo tratto di sfasciume e infine ancora un po’ di neve.
La scalata delle Aiguilles si svolge su granito eccellente e costituisce una cavalcata magnifica e impegnativa, con passaggi spesso atletici e faticosi, tenuto conto anche della quota e dello zaino. In totale abbiamo fatto 9 tiri di corda per salirle tutte. Molto consigliate le scarpette se non si è più che abituati ad arrampicare con gli scarponi. Le valutazioni dei passaggi di roccia, per motivi “storici” a noi sconosciuti, sono quasi sempre molto severe; a nostro avviso aggiungendo un grado in quasi tutti i casi non si sbaglia di molto!
Le calate in doppia sono in generale evidenti e richiedono talora qualche pendolo per atterrare al posto giusto. Anche se si hanno 2 corde, dalla Chaubert e dalla Carmen conviene fare 2 calate da 25-30 metri. Dalla vetta dell’Isolée ci si cala per una ventina di metri su rocce poco inclinate fino a una sosta, da cui una calata molto verticale riporta alla Breche de l’Isolée. Si tratta dell’unico caso in cui è utile una calata lunga.
Il tratto successivo per arrivare in vetta al Tacul è ancora abbastanza lungo e, allo stato di scarso innevamento attuale, si svolge in parte su detriti e sfasciumi piuttosto infidi.
I nostri orari: partiti alle 3 dal rifugio Torino, alle 7 al col du Diable, 14,30 scesi dall’Isolée, 16 in vetta al Tacul, 18,30 ai Cosmiques.
Una grande e splendida salita in ambiente grandioso, in cui si incontrano ghiaccio neve e roccia nelle loro forme svariate e che consente di toccare ben 6 vette superiori ai 4000…
Alberto, Andrea e Paolo