Spiriti (Punta degli) dal Passo dello Stelvio

Spiriti (Punta degli) dal Passo dello Stelvio
La gita
joevaltellina
3 27/06/2010
Accesso stradale
ottime
Osservazioni
Visto cadere valanghe a pera
Neve (parte superiore gita)
Primaverile/trasformata
Neve (parte inferiore gita)
Bagnata
Quota neve m
2600
Equipaggiamento
Scialpinistica

LUNGO IL FRONTE OCCIDENTALE DELLA GRANDE GUERRA – Meteo perfetto, neve abbondante. Siamo partiti dal Passo dello Stelvio con gli sci ai piedi alle ore 8.00 (+6*C) e seguendo le piste dello sci estivo ci siamo portati all’arrivo dello skilift più alto, da qui a piedi per sfasciumi e neve abbiamo raggiunto la Punta degli Spiriti.
Dopo essere scesi fino a circa 2900 Mt., su una bella neve primaverile, abbiamo ripellato per salire al vicino Monte Scorluzzo, che abbiamo raggiunto con gli sci ai piedi. Dalla cima si gode un panorama spettacolare sulle montagne circostanti. Ridiscesi su neve ormai fradicia, ma ben sciabile, abbiamo raggiunto il passo alle ore 13.30.

APPUNTI DI STORIA – La Prima Guerra Mondiale è conosciuta anche come la “Grande Guerra” ed impegnò l’esercito del Regno d’Italia contro quello dell’Impero Austro-Ungarico su diversi fronti. La Linea del Fronte Occidentale passava dallo Stelvio ed interessava i gruppi dell’Ortles, del Cevedale e dell’Adamello. Già all’inizio del conflitto gli Imperiali riuscirono a occupare il Passo dello Stelvio, la Tre Lingue, lo Scorluzzo, la Nagler, il Cristallo, la Punta degli Spiriti, la Tukett, l’Ortles…
Oltre a mio nonno Fermo, malenco, Alpino, classe 1898, soldato come tanti della Quarta Armata, due figure eroiche e leali voglio ricordare: la Guida valtellinese Giuseppe Tuana, Ardito della Val Zebrù (due Medaglie al Valor Militare) e l’avversario amico tirolese, Guida di Trafoi, Joseph Pinggera. Combatterono con tenacia l’uno contro l’altro per difendere le proprie montagne, mostrando coraggio, forza d’animo, perizia e un alto senso del dovere. Nonostante questa brutta esperienza, la loro grande amicizia rimase immutata nel tempo.
Il Tuana fu, tra l’altro, a capo di quel gruppetto d’impavidi Arditi della Val Zebrù (Stefano Schivalocchi, Giuseppe Canalini, il malenco Nino Dell’Andrino e Severino Grenil) che, con un’audace impresa militare-alpinistica, attaccarono un drappello di Schützen (Alpini tirolesi) posizionati sulla cima del Königsspitze (Gran Zebrù) (3851 mt.).

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