Soliva (Cima) da diga di Scais

Soliva (Cima) da diga di Scais
La gita
joevaltellina
3 22/09/2010
Accesso stradale
buone

La valle di Scais o la valle delle ex miniere d’uranio

Dopo aver parcheggiato l’auto nei pressi del lago artificiale di Scais, (autorizzazione comunale o 45 min. a piedi dalla piana d’Agneda) si percorre la vecchia carrareccia, ormai in disuso, che porta alle ex miniere d’uranio. Sembra di essere in un film di fantascienza del genere distopico, dove il nostro pianeta, dopo una lenta e brutale distruzione, è stato abbandonato dall’homo sapiens sapiens che ha lasciato, anche in questa valle sperduta, i segni del suo passaggio: una tettoia fatiscente, manufatti di cemento in rovina e qua e là lamiere, ferri e tubi arrugginiti. Qui, negli anni 70’, l’arroganza e la furia suicida dell’uomo hanno sconvolto questa vallata, lasciando dei segni profondi che la natura sta piano piano tentando di nascondere. Abbandonata la pista, che termina a circa 2000 Mt. s.l.m. all’altezza dell’imbocco dell’ex miniera, si continua a salire lungo un ripido vallone (ometti) che porta alla bocchetta della Foppa e da lì, lungo l’articolata dorsale, si raggiunge la sfasciata cima arredata con degli enormi ometti di pietra. Il panorama è eccezionale: il lontano e familiare Corno Stella meta preferita dei primi alpinisti sondriesi, il brunastro e torreggiante Diavolo di Tenda, il solitario Rodes, il noto ed elevato Redorta, la cresta sottile e dentellata del fantastico Corti alla Punta di Scais, la graziosa piana delle leggendarie Guide Bonomi (Agneda) e là in lontananza, imbiancati, gli altezzosi e onnipresenti colossi delle Retiche, tra cui l’isolato Picco glorioso del Kennedy (Monte Disgrazia).

Da molti anni salgo queste montagne in tutte le stagioni e mi capita d’incrociare cercatori di funghi, cercatori di frutti di sottobosco, escursionisti, alpinisti, arrampicatori sportivi, scialpinisti, ciaspolatori, cacciatori, pescatori, pastori, bikers, fotografi, boscaioli, cercatori di minerali, raccoglitori di piante officinali e anche dei subacquei, una volta al lago Palù e un’altra in val Grosina ma non mi era mai capitato d’ incontrare un cercatore di radioattività e qui, per la verità, non si fatica a trovarla.

Voglio dedicare questa semplice ma bella ed istruttiva escursione a Bruno Galli Valerio e a Bruno Credaro che percorsero e descrissero le nostre montagne con grande competenza ed entusiasmo.

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