Anche a mio avviso quotazione minima AD-, accresciuta dalle condizioni inquietanti in cui ci siamo imbattuti in salita, con cascate d’acqua e di grandine a martellare la parete di circa 200m che sovrasta il povero ghiacciaio, anch’esso in forte abbassamento e regresso e cosparso di scariche di pietre. A sx una vasta zona bianca di neve smollata e a dx una grigio scuro, di ghiaccio vivo durissimo. Molto lisci i primi 80/100m della parete, pur se in parte provvisti di corda fissa.
… e l’arduo cimento vagheggiato in men che non si dica è arrivato… gita epica per ambiente, difficoltà e meteo (una volta tanto, completamente ciccato da meteofrance) giacchè i temporali sono arrivati a ondate nella notte e fin verso le 8,30 (dando tregua tra le 2 e le 5 quel tanto che è bastato per farci raggiungere il ghiacciaio e spingerci, tra notevoli rischi, a proseguire): per lo più lambendo la nostra meta ma in un paio di occasione rovesciando lampi “a cupola” che abbiamo via via ignorato, concentrati come eravamo nella non facile progressione. Meteo in miglioramento (e meno male) in occasione dell’arrivo in cresta, in vetta e per tutta la discesa, fatta con numerose doppie. Vista fenomenale sulle innumerevoli severissime vette circostanti, che come grandi e sonnecchianti ciclopi occhieggiavano tra nuvole e nuvoloni: luce primordiale di tutte le tonalità di nero grigio e bianco. Colori nel tratto finale di rientro. Cordiale trattamento al rifugio, spartano ma pulito e solo 4 ospiti, noi compresi. Quando va bene in mezzo a tante difficoltà, il ricordo è ancor più solleticante… e la palestra è la natura. Con Enzo.