- Accesso stradale
- A pagamento, 5€ a macchina.
Il percorso si sviluppa quasi completamente in un ambiente selvaggio e solitario. Siamo partiti pensando di avere molte difficoltà a trovare il percorso, leggendo le precedenti gite su Pelvo e Serpentiera, ma se si è abituati al tipo di ambiente e itinerario fino a quota 3000 nessun problema. Da lì al colle (3050) si trova l’unico tratto veramente antipatico del percorso, per la forte pendenza e la scivolosità del terreno.
Vorrei segnalare, a quota 3000 circa, una frana in corso, probabilmente dovuta alla fusione del permafrost: infatti di vede una nicchia di distacco nei detriti, spessa circa 30-40 cm, con esposta una ripida superficie di ghiaccio e sedimenti. Attenzione! Scarica continuamente detriti, per quanto di piccola dimensione. Inoltre, in alto a sinistra rispetto alla superficie già esposta, si nota una crepa nei sedimenti, indizio di una prossima espansione della frana. Noi abbiamo traversato sotto (velocemente!), per poi salire faticosamente negli sfasciumi fino a intercettare la traccia che porta al colle.
Nella conca dei detriti si vede un’altra frana simile, ma è ben distante dal percorso (se si segue, come consigliato, il percorso sulla destra).
Siamo saliti prima alla Serpentiera e poi al Pelvo. Per la Serpentiera il percorso è stato difficile da trovare. Siamo saliti al meglio sul versante, aiutati dalla traccia gps. Scendere è stato un po’ più facile.
Per il Pelvo nessun problema.