L’avvicinamento è facilitato da grandi segni blu che indicano sia la deviazione dal sentiero principale sia l’itinerario migliore per attraversare la pietraia. L’attacco è piuttosto semplice da trovare: è in punta al conoide erboso.
Il passo obbligatorio più difficile si affronta subito (al secondo spit bisogna fidarsi dei piedi), poi si procede piacevolmente, su roccia molto bella. Noi abbiamo sbagliato la sosta di L3 (dobbiamo essere finiti su un’altra via), salendo verticalmente e poi a sinistra dopo il traverso, e questo ci ha costretti a un ulteriore traverso sprotetto (per fortuna non difficile) per riportarci lungo la linea degli spit di L4. Nel dubbio, su L3 tenete sempre la destra. Abbiamo usato un friend per proteggere questa “deviazione”, ma altrimenti bastano i rinvii (anche perché la roccia lungo la via non si presta benissimo per integrare). Usciti dalla via siamo ancora saliti in cima, poi ritorno comodo dal Colle delle Pariate.
Anche se la via può sembrare corta in rapporto all’avvicinamento (noi ci abbiamo messo circa due ore per l’uno e due ore per l’altra), la parete vale una visita: l’onda a metà è davvero suggestiva, la roccia è ottima e il panorama dalla punta è eccezionale. Con Geniu, esperto avvistatore di gipeti.