Seone (Picchi del) traversata sud-nord

Seone (Picchi del) traversata sud-nord
La gita
enzo51
4 09/10/2018

Traggo spunto dai miei predecessori (che ringrazio per l’opera di attrezzatura per le calate..che mi hanno.. inutile nasconderlo agevolato parecchio ai fini di una maggior velocita’ d’azione). per fare un giro su sti picchi da sempre snobbati per la verita. Li avevo chiusi li tra le pagine di una guida del Berutto, ma non ci facevo caso piu’ di tanto. Tornati invece piu’ che mai d’attualita’ e appetibili di colpo dopo la bella esposizione che di loro ne e’ stata fatta sul sito. I dubbi sorgono da subito sulla fattibilita’ o meno della traversata, una volta accortomi della roccia viscida una qualvolta in cresta a seguito di un non proprio tanto breve avvicinamento. Non mi perdo d’animo, e procedo fiducioso che tanto poi il sole sento che fara’ la sua parte di asciugare dove adesso e’ tutto un scivolare via come appoggio il piede. Al picco meridionale vi arrivo senza alcuna difficolta’, appena scavalcata la tutto sommato facile Punta del Seone. Il divertimento sara’ invece assicurato una volta anche superato il picco meridionale, l’ardito torrione che segue che porta il nome di Maria. Un lavoro di forza,ma sopratutto di testa, mi portera’ ad avere ragione di esso (notato il chiodo piegato che mi sono accontentato giusto di guardare). Dalla sommita’ mi ricalo alla base con una doppia di una 15na di metri (pressapoco l’altezza che separa la punta dal terrazzino dove avevo lasciato zaino e altre cose sparse in giro ad asciugare). Mi calero’ in seguito (una volta abbordato il torrione centrale raggiunto senza particolari difficolta’) con un unica doppia da 30m alla forcella separante il centrale dal settentrionale, (cordino doppio bianco attorno a spuntone di vetta non proprio nuovo, comunque affidabile). Mi son lasciato una volta giunto alla base dell’ultimo torrione , il settentrionale, tentare dal bel muro di fronte lato est, senza fare caso che invece bastava mi spostassi sul lato ovest, come in effetti citato in relazione, dove di sicuro le difficolta’ come ho poi notato rileggendo il tutto, erano decisamente di gran lunga piu’ abbordabili, e non avrei perso tutto quel tempo che invece mi e’ andato via nel tentativo vano (incasrtando dei friend fin dove potuto) di superare quel muro, diventato all’improvviso insuperabile senza adeguata attrezzatura. Evitato prudentemente il camino di IV- preferendole lo spigolo di sx per ovvie ragioni che ero slegato, quindi piu’ tranquillo sapendo di arrampicare entro discreti margini di sicurezza. E veniamo ora al famigerato quanto curioso aspetto del lancio della corda, riuscitomi solo dopo svariati tentativi ma pero’ poi alla fine e’ andata. Come meglio non poteva andare anche la successiva ultima lunga e aerea calata di 30m, che con soli piu’ 10 mt di disarrampicata (fatti con corda attorno a spuntone), mi porto senza piu’ altre manovre da compiere dritto al colle del Seone. Quel colle da dove quel picco che per arditezza ed eleganza, invita a sollevare lo sguardo e a far riflettere..

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