Selvaggio Blu integrale

Selvaggio Blu integrale
La gita
lucabelloni
5 04/06/2021

Esperienza stratosferica; che fosse un bellissimo trekking lo immaginavo, ma diciamo che la realtà ha superato le aspettative!!!

Fatto in 5 giorni dal 31/5 al 4/6 con le seguenti tappe:

1 – S. Maria Navarrese – ovile Ginnirco (tempo 5 h)
2 – ovile Ginnirco – Portu Cuau (tempo 6 h)
3 – Portu Cuau – Cala Goloritzè – trasferimento in gommone a Cala Mariolu (tempo 6 h)
4 – Cala Mariolu – Cala Mudaloru (tempo 5 h)
5 – Cala Mudaloru – Cala Sisine (tempo 9h 30)

Da qualche tempo non è più consentito dormire a Cala Goloritzè, pertanto il terzo giorno siamo stati trasferiti in gommone alla vicina Cala Mariolu (5 minuti di motoscafo) dove abbiamo pernottato forse nel campo più bello dell’intero trekking; da qui, la mattina seguente siamo risaliti su un bellissimo e comodo sentiero fino a ritrovare il percorso originale un po’ dopo il canalone della Boladina. L’alternativa, utilizzata da altri gruppi paralleli al nostro, è quella di dormire al Rifugio Goloritzè (circa 1 h solo andata da Cala Goloritzè) e poi la mattina ridiscendere e riprendere il percorso.
Le prime 4 tappe non sono lunghissime (circa 5-6 h di cammino), mentre l’ultima è decisamente più lunga (noi abbiamo impiegato quasi 10 h) anche a causa delle numerose calate in doppia e di alcuni brevi passi di arrampicata che fanno ovviamente perdere parecchio tempo specie se si è in gruppi numerosi.

Concordo con le relazioni precedenti; apparentemente sembra un trekking non troppo impegnativo specie a noi che siamo abituati ad affrontare dislivelli consistenti ad alte quote, ma in realtà si cammina quasi sempre su terreno molto scomodo (pietraie, campi solcati, ghiaioni, ecc.), sentieri stretti e spesso immersi nella fitta macchia mediterranea e con parecchi tratti molto esposti; insomma, si deve sempre camminare con le antenne dritte facendo attenzione a dove si mettono i piedi e la testa!!! Sono veramente pochi i tratti che si percorrono su sentieri comodi e non sassosi. A fine giornata le piante dei piedi tendono a lamentarsi parecchio, per fortuna che quasi sempre c’è la possibilità di un bagno tonificante in mare in bellissime calette pressochè deserte (acqua gelida!!!!).

Noi eravamo in 10 accompagnati da 2 guide alpine, quindi non abbiamo dovuto affrontare direttamente quella che a mio avviso è la difficoltà maggiore del Selvaggio Blu, ovvero l’orientamento. Il sentiero spesso è appena accennato ed è facilissimo perderlo anche perché i pochi segni blu sono decisamente sbiaditi e poco frequenti. Provvidenziale il supporto logistico per bagagli, acqua e cibo, che ci venivano portati la sera e prelevati la mattina, consentendoci così di camminare con uno zaino leggero contenente solo il necessario per la giornata. I pernottamenti sono sempre stati all’aperto; solo la prima sera abbiamo montato la tenda all’ovile Ginnirco.

Qualche considerazione/suggerimento personale:
– PERIODO MIGLIORE: fine maggio è un po’ al limite, a noi è andata tutto sommato bene perché le temperature sono state più che accettabili, però se fa caldo ovviamente il gioco si fa molto più duro. Il top sarebbe probabilmente fine aprile/inizio maggio però quest’anno a quell’epoca gli spostamenti tra regioni erano limitati e quindi non avevamo scelta. In alternativa anche Ottobre dovrebbe essere un buon periodo.
– BASTONCINI DA TREKKING: io li ho portati ed utilizzati per almeno l’80% del trekking e ritengo che siano piuttosto utili. Ovviamente devono essere telescopici e possibilmente ripiegabili in 3-4 parti per poter essere facilmente riposti nello zaino quando non servono.
– TENDA: noi l’abbiamo usata solo la prima notte, per il resto abbiamo sempre dormito all’aperto. Tuttavia, poiché adesso il servizio di trasferimento bagagli e viveri avviene due volte al giorno (consegna alla sera, ritiro la mattina) ritengo saggio portarla comunque e poi di giorno in giorno decidere se montarla o meno…intanto la tenda viene portata dal motoscafo e non a spalle!!!
– GUIDA: io di norma mi muovo quasi sempre in autonomia, ma in questo caso devo dire che appoggiarsi ad una guida aiuta molto, sia per le difficoltà alpinistiche, sia soprattutto per l’orientamento. Dovessi dare un consiglio, non avrei dubbi e direi di farlo con la guida.

In conclusione, una splendida esperienza anche grazie ai compagni di avventura e alle guide, con i quali si è creato un clima perfetto, fatto non solo di condivisione della fatica e dei piccoli compiti quotidiani ma anche di momenti (tanti!!!) di allegria e risate. Come già detto, non è un trekking estremo ma è comunque piuttosto impegnativo, sia da punto di vista tecnico che anche dal punto di vista logistico. Si passano 5 giorni fuori dal mondo e lontani dalle comodità; si dorme per terra, si mangia quello che passa il convento, non ci si lava (se non in mare); più che essere dei superatleti a mio avviso è più importante avere un ottimo spirito di adattamento per potersi godere pienamente questa splendida esperienza; quindi lo sconsiglio vivamente a chi non riesce a restare lontano da hotel lussuosi e ristoranti stellati…per gli altri, fatelo perché ne vale la pena!!!

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