Salita impegnativa e da non sottovalutare; sicuramente da non paragonare a via della stessa difficoltà al Tacul o similare.
Ambiente isolato, via alpinistica da cercare, così come la discesa; ritirata sulla linea di salita quasi impossibile.
Dal mio punto di vista è percorribile solo se si riesce a salire in auto fino a Laret, già così è un viaggione.
La gradazione della difficoltà è stata data in base alle condizioni che abbiamo trovato durante la salita; quasi tutta la via è in buone condizioni ad eccezione del tiro di L4 del traverso che era veramente delicato, su roccia marcia e difficilmente proteggibile. Pendii nevosi in condizioni buone, sotto in poly ottimo, sopra neve crostosa che spaccava un po’.
Come descritto, per la discesa noi abbiamo trovato una soluzione molto comoda ma che richiede innevamento non abbondante e neve assolutamente assestata. In alternativa bisogno percorrere tutta la cresta aggirando i gendarmi e raggiungere il Passo della Bondasca e poi scendere il canale. Una volta sceso il canale, la terminale è chiusa e si passa senza problemi verso sx, (faccia a valle); più complicato districarsi nel dedalo di crepacci enormi che ci sono nella parte bassa del ghiacciaio; al momento ci sono degli ottimi ponti di neve che con qualche zig zag permettono di tornare allo zaino.
Viaggione super, finalmente un po’ di sano alpinismo di scoperta senza problemi di code, affollamento e traffico.
Ovviamente solo noi in via, nessuna traccia di passaggio e tutto da cercare.
Partiti alle 5:30 dal bivacco, attaccato alle 7:45, 8 ore per la via, 4 per la discesa fino allo zaino. Rientro a Laret a tarda sera.
Week end super in compagnia di Stefano, Fabio e Marco. Serata spaziale al bivacco, meglio di un hotel 4 stelle.