Bella via classica, di soddisfazione, con arrampicata divertente. Tuttavia da fare solo se si viaggia molto sicuri sui gradi proposti e se si ha un po’ di naso nel seguire il tracciato: la chiodatura molto lunga (a volte 5-6 metri), il muschio e la presenza di spit di altre vie adiacenti (o semplimente “cagati” lì in ere passate) possono complicare le cose. Anche i secondi di cordata devono essere agguerriti, visti i numerosi traversi protetti lunghi. I ragazzi di casa Canada hanno disegnato sulla roccia delle frecce rosse provvidenziali per reperire il giusto tracciato, ma noi siamo riusciti lo stesso a fare una piccola deviazione sul quinto tiro, tratti in inganno da uno spit con maillon sulla destra: questo spit non porta da nessuna parte! Da qui ho poi scalato un diedrino terroso fino alla cengia della sosta, praticamente sprotetto; non siamo stati gli unici a sbagliare (trovato un rinvio attorno ad arbusto che qualche disperato ha messo lì forse per calarsi). Il percorso giusto prevede di risalire verso sx una placca fessurata, dopo aver passato l’ostico traverso a dx.
A parte questo excursus, giornata perfetta e divertente con temperatura ideale.
Per finire, birra al rifugio con vista sul Monviso al tramonto!
Con Bea che si è comportata egregiamente alla sua prima via lunga seria.