Savoie (Aiguille de) Cresta Preuss

Savoie (Aiguille de) Cresta Preuss
La gita
enzo51
4 12/08/2015

L’intenzione era poi quella di continuare fino alla Papillon, ma abbiamo dovuto alla fine desistere, vista l’ora gia’ un po’ tarda. Cinque ore di cresta su difficolta’ costantemente sostenute granito magnifico, un camino poco dopo l’attacco a dir poco aggettante solo guardarlo dal basso, figuriamoci a saliro, per giunta con zaino pesante in spalla, tre ore e mezza di avvicinamento con partenza dal rifugio, la dicono lunga sulla complessita’ di questo itinerario incastonato in uno degli angoli piu’ severi del Bianco di difficile accesso, e pericoloso per tutta una serie di fattori ambientali che hanno portato le montagne in questi ultimi anni ad essere sempre piu’ difficili da salire.. Il ghiacciaio ridotto ormai a una trappola per via degli innumerevoli crepacci che lo costellano, e’ gia’ di per se motivo piu’ che sufficiente a scoraggiare un qualsiasi tentativo di approccio alla cresta. Ne e’ una prova il ritiro da parte di una guida francese con cliente, partiti di buon ora assieme a noi dal rifugio, di cui pero’ si e’ perso ogni traccia. In cresta a farci compagnia di oggi non si e’ visto nessuno. L’utima apparizione su questo itinerario stando al libro del rifugio risale gia’ a un po’ di tempo fa’. Laborioso concatenamento di doppie con una singola da 60m per doppie da 30m, quando sarebbe stato utile con corde di lunghezza piu’ appropriata, scendere al ghiacciaio in maniera piu’ sbrigativa, e con molto meno rischio di vedere finita la corda , ma il dubbio costante di non trovare l’ancoraggio per il prosieguo delle calate che a parte in alcuni casi in cui ci e’ andata bene, piu’ d’una e’ stata di fortuna e improntata sul momento, con nostri mezzi, in quanto quelli esistenti (frutto probabilmente di calate improvvisate) erano ritenuti inaffidabili e in cattivo stato. Giornata spaziale per un ascensione di tutto rispetto in ambiente a dir poco severo e inquitante ma di straordinaria bellezza.

Di trutti i presenti a occupare i tavoli la sera al rifugio praticamente pieno, non si parlava d’altro che di vie d’arrampicata opuscoli alla mano, con la descrizione delle vie e relative difficolta’ su strutture distribuite li’ praticamente a poca distanza dal rifugio stesso. Si da il caso che in montagna non ci vada ormai piu’ nessuno, almeno a giudicare dalle statistiche che vedono ormai intere masse’ a dilettarsi in numero sempre piu’ crescente, nel gioco dell’arrampicata pura fine a se stessa. Chiaro segno che i tempi ormai son cambiati.
Con Franco G.

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