Confermo tutto quanto gia’ detto anticipatamente dal gulliveriano Baley93 e socio, incontrato lungo la via e che saluto. E da tutto quanto dira’ il mio socio quando inserira’ lui pure il suo commento. Una via storica nell’insieme breve ma intensa, di una verticalita’ assoluta. Ben chiodata, con abbondanza di chiodi vecchi cosi come di nuovi. Soste in ordine per calate rapide, sia quelle che si scelgono per calare lungo la via moderna a fianco la nostra, che quelle che si effettuano, (due da 30m, gia’ anch’esse ben attrezzate), giu’ lungo la cresta ovest, per scendere al colletto Saragat, che implica l’ultima parte per raggiungere l’erba, il dover scendere un breve tratto in disarrampicata. Non lasciatevi ingannare dalla gradazione a mio avviso fin troppo severa. Queigli ostentati IV, IV+ che si leggono nella relazione dei primi salitori, in falesia risulterebbero come minimo dei 5a 5b, almeno un grado in piu’. Quindi arrivati all’attacco (dopo 1h3/4 di marcia d’avvicinamento), prepararsi per un arrampicata tutto tranne che banale. Ora si provi ad immaginare il dover superare simili difficolta’ ( in riferimento ai singoli passaggi), con la corda che scorre a fatica, in esposizione assoluta, e ancor piu’ con zaino pesante in spalla (e’ nostra abitudine portarcelo sempre appresso). Credo di aver detto tutto..ci sarebbe poi anche un discorso di eta’ da tenere conto..ma lasciamo perdere..alla fine la cosa ci e’ piaciuta comunque, pur con qualche brivido di tipo adrenalinico di troppo, a scorrere rapido giu’ lungo la schiena.
Con Marco ogni volta.. tutte quelle volte che capita..sempre piu’ bravino