Sana (Pointe de la) da Bellecombe per il Refuge de la Femma

Sana (Pointe de la) da Bellecombe per il Refuge de la Femma
La gita
andrea81
4 04/08/2013
Accesso stradale
ok fino a Bellecombe

Per farla in giornata, bisogna essere non tanto sani (nonostante si vada alla Sana). Partito alle 7 da Bellecombe (avessi anticipato la partenza di 15′ mi sarei preso una lavata epocale), e ho seguito il lungo sentiero a mezza costa in direzione del Refuge della Femma – Vallon de la Rocheure. Il sentiero è molto lungo, con qualche saliscendi nella prima metà, e poi una discesa di 150 m fino a trovare la stradina poco prima della chiesetta sul dosso erboso. Ma qui poi prima di arrivare al Refuge de la Femma c’è un altro bel pezzo, prima ancora su strada e poi di bel sentiero. Trottando parecchio ho comunque impiegato 2 h per arrivarci (per metterci di meno bisogna proprio correre).
Dal Rifugio per evitare di perdere tempo nel cercare tracce di sentiero che praticamente non esistono, ho tirato subito su dritto per prati (fioriture pazzesche), guadagnando quota rapidamente, navigando a vista nella direzione che pensavo potesse essere corretta. Superato un ripiano erboso, altro pendio ripido fino al Plan des Cavales a circa 2750 m. Qui non si vedono tracce nè ometti, io sono passato tutto a destra delle barre rocciose con i ruscelli, salendo un altro pendio di sfasciumi ripido ma facile, finchè un ometto mi ha fatto capire che ero nel giusto. Improvvisamente appare anche un sentierino abbastanza evidente, che mi porta al bellissimo lago ancora incrostato di iceberg. Costeggiatolo in alto, sono poi salito al Col de la Barme de l’Ours, sfruttando la lingua nevosa. Raggiunto il colletto la cima sembra vicina, ma c’è ancora un bel pezzo, piuttosto faticoso. In salita ho cercato di evitare i nevai, salendo tra ghiaioni e sfasciumi piuttosto mollicci, tendenzialmente salendo per la dorsale di destra, quasi tutta pulita salvo due brevi attraversamenti di nevaio. Gli ultimi 50 m davvero faticosi per via del terreno stile sabbie mobili paludose, comunque cima raggiunta dopo 4h30′, pensavo peggio.
Discesa invece altro discorso, lo stesso terreno ha agevolato sia nella parte di sfasciumi, sia per i nevai che ho sfruttato con belle e lunghe scivolate (sembrava di sciare) fino al colletto. Poi altra lingua nevosa sino al lago. Qui senza più fare il giro lungo dell’andata, si notano molti ometti ed una traccia evidente che scende più diretta, inizialmente è un bel sentiero, poi però bisogna scendere la fascia rocciosa, ci sono ometti dappertutto e ogni passaggio richiede un po’ di attenzione perchè su cengette a volte esposte. Io sono sceso lungo il ruscello senza grosse difficoltà salvo un breve passaggio su una cengia un po’ infida, ma sono 5 metri e poi mi sono trovato sul pendio erboso. Ritornato al Plan des Cavales ho proseguito nuovamente senza sentiero (probabilmente la traccia passa molto più a sinistra – senso di discesa), allungando però il percorso). Rapidamente sono giunto al rifugio, e da qui lungo ritorno, lungo ma non lunghissimo perchè ho sfruttato conigliamente la navetta da Plan Plume fino a Bellecombe, non che sia breve arrivare al Plan Plume, ma un’oretta di tempo la si risparmia per la gioia dei piedi.

Itinerario davvero lungo, la logica vuole che lo si spezzi in due dormendo al bel rifugio de la Femma. Piacevole incontro sotto il colle con il gulliveriano Scristal che saluto, poi solo marmotte. Fioriture strepitose e ambiente rigoglioso, si trova acqua dappertutto (attenzione solo a dove stazionano le mandrie di mucche). Meraviglioso il laghetto prima del colle, ancora parzialmente ghiacciato.
Meteo ottimale, con qualche nuvola vagante che non ha mai destato preoccupazioni, e panorama di prim’ordine.
Giornata perfetta, fino quasi all’ultimo, dato che ho perso gli scarponi abbandonandoli al parcheggio di Bellecombe… sigh

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