
L1 risalire il facile muretto (5a), continuare per placca abbattuta con chiodatura distanziata (5c) fino alla sosta posta sulla cengia (35 m);
L2 bellissima placca inizialmente abbattuta (5a), che si verticalizza progressivamente (6a+, passo di 6b evitabile spostandosi decisamente a destra) fino alla sosta su terrazzino (25 m);
L3 muretto ben appigliato (5b), poi per facili risalti, sosta sullo spigolo (5a) (20 m);
L4 traversare a sinistra (IV) (rimanendo sullo spigolo di IV si proseguire sull’ultimo tiro della Vecchia Via CAI Pianezza: attenzione ai massi instabili), fino a raggiungere la base del vascone, che si risale con bel tiro di placca (6a); uscire sul pianoro e fare sosta all’albero (35 m).
Calate in doppia sulla via.
Il settore delle placche di gneiss granitoide di San Valeriano era stato oggetto di attenzione da parte di Gian Carlo Grassi già nel 1971, quando apriva con E. Barbero e I. Pivano una via di tre lunghezze chiamata Le Placche (60 m, AD+), che superava sul bordo destro la placconata iniziale per poi spostarsi sul lato sinistro del settore (G.C. Grassi, Valle Susa e Sangone, Tamari ed. Bologna 1980). Nelle parole di Gian Carlo, “la placconata è molto estetica e meriterebbe qualche interesse di ripetizione o meglio una variante diretta sulle placche iniziali” (ibid.)
Successivamente, nel 1989 il CAI Pianezza apriva sul settore destro delle placche la via omonima, che in seguito ad allungamento e richiodatura nel 2000 prendeva il nome di Vecchia Via Cai Pianezza. Nella sua ultima versione, la via partiva dall'attuale attacco della via Caio e il Doc, per poi spostarsi verso destra sul margine sinistro della placconata basale. La via proseguiva sulla bellissima placca su cui corre la L2 di Valerian Mello e successivamente risaliva la facile cresta a destra del settore delle placconate superiori (CAI Pianezza e dintorni - Itinerari d'arrampicata, ed. fuori commercio, Pianezza 2001).
Per opera di apritori sconosciuti, venivano (presumibilmente negli anni '80) aperte altre due vie, Crudo di destra e Crudo di sinistra, nel settore attualmente occupato da Carica dei 108 e Caio e il Doc. Nelle parole del compianto D. Cordola (appunti inediti), si trattava di vie protette “a chiodi e vecchi spit talora malsicuri e con distanze chilometriche tra loro”.
Nell'ultimo decennio, le placche di San Valeriano erano state completamente abbandonate, il materiale con cui erano state attrezzate era divenuto obsoleto e pericoloso, e la vegetazione si era reimpadronita delle balze e del sentiero di accesso. Tra il febbraio e il giugno del 2015 l'intero settore è stato sottoposto ad un paziente ed accurato lavoro di recupero, con tracciatura di un nuovo sentiero di accesso, richiodatura ed apertura di nuovi tracciati, in un'ottica sportiva che mantenesse il più possibile l'ingaggio originario. Desideriamo ringraziare gli amici che ci hanno aiutato in più occasioni: Aldo, Andrea Girotto, Dario, Emanuele, Gianni Ribotto, Mario Giorda, Mirco, Pierino Protti, Stefano. Un affettuoso ringraziamento a Germano Graglia del CAI Pianezza, uno dei primi chiodatori delle Placche.
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