San Michele (Punta) e Pierre Minieu o Cresta San Michele dal Rifugio Scarfiotti

Ravanata epocale!
Io sono partito dalla Diga di Rochemolles, dato che avevo individuato un passaggio diretto che evitasse il lungo traverso dal Rifugio Scarfiotti. E quindi dalla fontana “du Babi”, appena dopo la diga, sono salito per ripidi prati, erba bagnata un po’ scivolosa, fino a sbucare a circa 2450 m nel punto in cui si incontra il sentiero della relazione (mi è andata bene perchè da sotto non avevo visto la presenza di un canalone impossibile da attraversare, comunque incredibilmente ho anche trovato un paio di ometti!). Collegatomi al sentiero ufficiale, ho iniziato a percorrerlo verso sinistra, fino al primo dei due canali critici. Fino a qui il sentiero è evidente, ma oltre non sono più riuscito a proseguire, nonostante tre tentativi in punti diversi e nonostante avessi la traccia gps di Tini… mi viene da pensare che una frana abbia portato via una porzione del passaggio, perchè non c’è stato verso, oltretutto anche l’erba bagnata e il terriccio viscido hanno contribuito a farmi decidere per un piano B. Ho quindi deciso di salire direttamente il ripido pendio di erba sovrastante, almeno per vedere come fosse il vallone superiore, se poi non ci fosse il passaggio sarei sceso. Superato il tratto erboso ho raggiunto una cresta scura, da qui mi sono spostato a sinistra e mi si è aperto un immenso pendio di sfasciumi. Inizialmente ho continuato sulla destra per evitare alcune balze rocciose al centro, ma tra il fondo detritico e tra l’acqua della pioggia, è stata una fatica immane, non un metro con il terreno solito. A quota 2850 m incredibilmente è apparsa una traccia molto marcata che taglia il pendio in piano da destra verso sinistra, probabilmente era utilizzata in epoche militari per spostarsi dalle varie postazioni. Seguendo questa traccia sono riuscito a spostarmi verso la parte sinistra del pendio, dove il terreno è leggermente migliore (eufemismo). Qui ho salito alla meglio il pendio, ritornando poi erroenamente verso destra, mentre con il senno di poi avrei dovuto raggiungere il crestone a sinistra a monte di alcuni torrioni. Salita con una fatica indicibile, spesso ho dovuto salire quasi a quattro zampe per progredire. Finalmente raggiunto la cresta a 3100 m, ho incontrato la traccia che mi ha portato sull’anticima ovest, poi sul filo di cresta o poco sotto alla cima Est, e quindi sull’ultima elevazione (Punta San Michele?). La cresta è piuttosto lunga, circa 700 m tra le tre cime, ma c’è una bella traccia e non si fatica più di tanto.
In discesa ho seguito lo stesso percorso dell’andata, e tutto sommato è stata rapida e poco faticosa, i ripidi sfasciumi si erano un po’ asciugati grazie al sole, e la consistenza del terreno si è rivelata ottima per una morbida discesa, non rilassante perchè è meglio evitare una scivolata e bisogna fare attenzione a non tirarsi addosso mezzo pendio. Io mi sono tenuto tutto a destra (senso di discesa), ma con l’accortezza di portarmi al centro del pendio prima di finire su alcune fasce rocciose che sarebbero state poi ostiche. Rintracciato il sentiero a mezza costa ho traversato a sinistra, e quindi sono ritornato alla fascia erbosa ed al canalone del sentiero classico. Al ritorno ho preferito allungare passando dal Rifugio Scarfiotti, perchè le gambe ormai di legno non avrebbero retto un’altra discesa ripida senza sentiero.
La mia variante potrebbe essere una alternativa per la discesa, ma non mi sento di consigliarla perchè dall’alto non è sempre facile capire dove poter passare. Montagna abbastanza dimenticata (anche se ho visto alcune tracce recenti di scarponi), ed in effetti non è che invoglia ad essere salita, a meno che proprio non ci teniate e che non vi piacciano posti del genere! Sicuramente percorrendo il sentiero (ammesso che si trovi il passaggio del canalone) si allunga ma almeno si cammina sempre dignitosamente.