Salita dopo “il peso dell’anima”. Ero curioso di provarla siccome porta, in origine, la firma di Lorenzino Cosson. Sono in pieno accordo con quanto scritto da tal roby-candela qui nei commenti, molto preciso.
L1: salire e traversare fino a portarsi alla base dell’evidente diedro (non seguire la fila di spit che a metà tiro salgono in verticale). L2: bellissimo diedro. L3: viste le mie doti…bovine ho fatto lauto uso di A0 in più punti, mentre i tratti in linea come grado col resto della via sono belli ed esposti (peccato che il socio né ti vede, né ti sente causa ruscello e questo vizia un po’ la tranquillità arrampicatoria). L4 e L5: concatenate in un unico tiro. Dalla sosta abbiamo traversato comodamente a dx dopodichè, facendo sicura su una quercia, siamo andati a riprendere S3 de “Il peso dell’anima” e scesi su quella via con due doppie (evitando il roveto circostante). Con Manu.