Salbitschijen Cresta Ovest

Salbitschijen Cresta Ovest
La gita
daniele-gallarato
5 09/08/2019

Partiti dal parcheggio del Salbit Hutte alle 6 circa, arrivati all’attacco alle 8:30, attaccato poco dopo. Abbiamo scelto di essere leggeri (avevamo due zaini da 22 e il resto del materiale già all’imbrago dall’auto). La scelta ha pagato perché siamo stati leggeri nella scalata e fortunati il primo giorno (la pioggia prevista intorno alle 18 non si è palesata e la notte la temperatura non è scesa sotto i 9 gradi). Saliti a tiri alterni (Paolo si è tirato quelli duri, grazie!), velocemente in cima alla prima torre, un po’ meno veloci fino alla seconda torre. Lì abbiamo ricontrollato le previsioni che non davano più pioggia per venerdì, notte mite e pioggia dalle 15 il sabato, così abbiamo deciso di proseguire. Salita la terza torre relativamente veloci, poi attaccato la quarta e fatto il quarto tiro con la frontale. Calati sotto la cima della quarta torre e bivaccato comodi su una piazzola sotto lo strapiombo, riparati; circa ore 21. Notte ok con sacco da bivacco, maglia termica, calzamaglia e piumino (non sacco a pelo, avesse fatto freddo l’avremmo rimpianto di più). Al mattino decidiamo di attaccare con la luce, trovandoci su terreno di avventura, ma purtroppo il tempo è girato per il peggio e alle 6:45 già pioveva; fatto il tiro di 4c che porta all’intaglio sotto la quinta torre, la pioggia era troppo forte e la roccia troppo viscida per permetterci di proseguire; così a malincuore abbiamo deciso per la ritirata.
Le relazioni parlavano di due doppie, ma credo che la ritirata migliore, sapendo di volerla fare, sia dalla cima della quarta torre, dove arrivano le vie moderne, PRIMA della calata per il bivacco. Se si arriva all’intaglio alla sosta con cordino e maillon,, si scende fino ad un’altra sosta con cordino e maillon su spuntone e poi ad un’altra su tre vecchi chiodi in mezzo ad un prato verticale, che reso scivoloso dalla pioggia è pericoloso scendere a piedi. Da questa doppia si arriva su un’altra, finalmente su due spit con anelli, su uno sperone tra due diedri. Ancora una doppia deposita su un terrazzino con sosta fatta con uno spezzone di corda su un grosso masso, dalla quale parte una fissa che porta pochi metri più sotto dove si trova uno spit con anello, che serve a superare la crepaccia e il nevaio (noi siamo arrivati al fondo del nevaio al pelo pelo).
Abbiamo usato una mezza corda omologata singola da 60 per arrampicare e un cordino statico solo per le doppie più lunghe di 30 metri (entrambi erano nuovi di pacco alla partenza e sembravano usciti dalla guerra di Corea al rientro, colpa delle doppie su terreno infame).
Ricapitolando, possibili ritirate e posti da bivacco fino alla quarta torre:
– dalla prima torre, prima di scendere all’intaglio, si può tornare da dove si è saliti con doppie su anelli cementati
– dalla seconda torre si può scendere, prima di scendere all’intaglio, dall’arrivo delle vie moderne (qui trovate anche più posti da bivacco, dei quali uno riparato dalla pioggia)
– dall’intaglio tra la seconda e la terza c’è una sosta con maillon ma non sappiamo come siano le doppie da lì, immagino simili a quelle fatte da noi
– da qui in avanti si trovano parecchie piazzole da bivacco, delle quali due riparate dalla pioggia (dove abbiamo bivaccato noi, sotto la calata della quarta torre, parete strapiombante, la seconda vicino la sosta dove si attacca la quinta torre, in un buco sotto delle rocce, un po’ più piccolo)
– dalla terza non so se ci si può ritirare facilmente
– dalla cima della quarta calata sulle vie moderne
– dall’intaglio quarta/quinta le calate fatte da noi
Credo inoltre che le 4 doppie delle quali parlano le relazioni, dalla quinta torre, siano parallele a quelle fatte da noi dalla quarta, perché portano nello stesso anfiteatro nevoso.

Con Paolo che ringrazio per il sangue freddo e l’esperienza!

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