- Accesso stradale
- no problem, ma non molti posti per parcheggiare
meteo ideale, quasi senza vento ma mai troppo caldo, previsioni azzeccate con nubi per lo più formatesi nella conca di Vollaz a lambire Barbeston e a coprire la sommità finale dell’Avic, di cui si è scorta solo una porzione della cresta finale. 3/4 tratti (F) in cui si devono poggiare le mani (compreso un diedrino/canale di 20 m , passo chiave, tra la terza anticima e il largo pendio N che porta alla vetta). Ambiente grandiosamente selvaggio e appartato, con parte finale caratterizzata da ampi e mai troppo scomodi lastroni di ottima roccia rossa (serpentino)?
Pur quasi senza allenamento in agosto e dopo “ozhi” prolungati sono riuscito, grazie a volontà, entusiasmo e scarponi nuovi, a sommitare questa imponente ed interessantissima montagna, in un tempo per me incredibile che polverizza qualsiasi performance precedente (4h20m soste comprese) trascinato dall’esempio dei compagni, ragguardevoli velocisti, Enzo Carlo e la gradevole new entry Corrado (grazie per il passaggio!). Discesa penosa avendo prima del colletto Giron schiacciato dolorosamente entrambi gli alluci (sempre grazie agli scarponi nuovi, risultato: ulteriore rallentamento della mia proverbiale lentezza in discesa, e meno male che almeno metà del tracciato percorre una carrareccia oppure un comodo e morbido sentiero a taglio). Suggestivo e fresco bosco nella parte iniziale. Ottima gita e compagnia.