Rutor (Testa del) Via Normale da La Joux per il Rifugio Deffejes

Rutor (Testa del) Via Normale da La Joux per il Rifugio Deffejes
La gita
alexjager84
5 27/07/2013

Bella salita in ambiente stupendo. Lunga e faticosa (il dislivello sulla carta e le foto ingannano molto) ci sono 3 tratti dove spiana che da lontano non si notano ma sono abbastanza lunghi.
Non abbiamo attaccato il ghiacciaio al suo inizio, ma siamo discesi dalla morena passato un evidente canale tra i detriti, in prossimità del pendio del Flambeau, comunque prima delle catene.
Abbiamo seguito l’avvallamento centrale situato tra le seraccate e le parti crepacciate scoperte già visibili da lontano. Numerosi crepacci, alcuni aperti da saltare, altri ben visibili e ancora abbastanza chiusi, ma sono tanti, specialmente nei tratti con minore pendenza.
La traccia non c’era visto che le temperature alte hanno cancellato tutto. a detta del rifugista gli ultimi a salire lo avevano fatto una settimana prima.
Conviene evitare la parte centrale dell’avvallamento in quanto molto crepacciata, ma stando sul pendio a sinistra abbiamo trovato molti meno crepacci.
Dalla parte bassa e pianeggiante del ghiacciaio, dove inizia l’avvallamento tra le rocce a sinistra e la parte crepacciata scoperta a destra, dove aumenta la pendenza e il percorso è un po’ + obbligato sono presenti crepacci (uno mi si è aperto sotto il piede ma i riflessi mi hanno salvato, ma ATTENZIONE).
Il tratto finale lo abbiamo preso “di petto” non andando in cresta ma prendendo il pendio mirando diretti alla madonnina. La crepaccia terminale si sta aprendo abbastanza e le temperature alte rendono poco sicuri anche i tratti adiacenti ancora chiusi. Noi l’abbiamo superata sulla sinistra della parte aperta su neve morbida.
Dalla vetta, come mi aspettavo, panorama incredibile: il Monte Bianco senza niente davanti, nel suo splendore, poi Gran Paradiso e Grivola, tutto il massiccio del Monte Rosa, il Cervino, Gran Combin e tanti altri…ritorno per cresta e poi il lungo ghiacciaio; abbiamo risalito un canalino metà roccia metà neve per prendere la traccia che in breve porta alle catene, evitando così di perdere troppa quota e di farsi il tratto più lungo e faticoso della morena in salita.
Grazie a Paolo e Massimiliano in cordata con me e a Fabrizio, Gilbert e Benedetto nell’altra cordata insieme a Sara, a cui faccio i complimenti, alla sua prima esperienza in quota!

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