Salita d’avventura, alla ricerca di una linea d’uscita, remunerativa però perchè non abbiamo lasciato traccia del nostro passaggio (ometti a parte).
Sullo sperone centrale basale, più a sinistra abbiamo visto a sinistra due tentativi a spit: uno, con gli spit piantati più sull’erba che sulla roccia, l’altro ben più impegnativo e inizialmente invitante, forse frutto di una “delusione delle aspettative” (credo di Pagliano -Cò) che si arena poco dopo. Tuttavia la zona è bella così. Forse non avrà futuro come “l’Ailefroide delle Valli di Lanzo” ma garantisce, a chi saprà vedere al di là dello spit, il senso dell’incognito che provarono i primi esploratori di queste valli. Un paio di salite esplorative del genere (mai relazionate), furono già effettuate in stile clean da A.Bosticco, che attaccò però più a sinistra, all’incirca lungo la direttrice delle aeree cascate che scendono dai contrafforti del Ru (attacco da un tornante della strada che sale al Pian della Mussa)