Ambiente stupendo e isolato, le condizioni non più buone del ghiacciaio ed il molto vetrato sul canalone e sulle cenge complicano un pò ma la splendida giornata con visibilità chilometrica ha reso la gita splendida. Attualmente la terminale è molto aperta e non presenta ponti superabili facilmente, ce n’è forse ancora uno ma finisce contro il labbro superiore decisamente verticale. Occorre passare tutto a sinistra presso la breccia tra anticima e cima e traversare verso destra per 70-80m lo stretto corridoio tra roccette e terminale. Il tratto è inizialmente molto delicato per la presenza di ghiaccio, successivamente migliora ma sotto pochi cm di neve si sente comunque il ghiaccio e si è in esposizione sopra la terminale, più agevole oltre con più neve e vaghe tracce. Forse conviene, ma in caso di roccia pulita, seguire direttamente la cresta. Di neve ne è venuta abbastanza ma i versanti S sono praticamente liberi, così come il ghiacciaio che, spazzato dal vento, presenta solo qualche tratto di accumulo.
Crepaccio prima della terminale veramente impressionante, si passa tutto a sinistra anche se c’è ancora un grosso ponte, lungo diversi metri, non troppo spesso e poco invitante visto di lato. Anche per la salita delle due punte poste a destra de Les Rouies i crepacci obbligano a lunghi aggiramenti, il passaggio comunque è sicuro e lo scorcio sulla N delle Rouies notevole. Vento molto sostenuto e fastidioso, a folate e non troppo gelido, ma che ha impiastrato per bene le roccette sulle creste e spazzato la neve recente.
Dai 2700 si trova molto vetrato sulla traccia, meglio ramponarsi e seguire poi la lingua di neve ancora presente e che porta alla cengia verso sinistra, pulita ma con tratti vetrati per fusione-rigelo. Ottima accoglienza al rifugio, cui abbiamo solo pernottato, molta gente a spasso ma solo tre cordate in giro, di cui due alle Rouies e una alla Duhamel.
Ultimo giorno d’estate nel Valgaudemar, che si prepara con i primi colori a vestirsi per l’autunno, grand beau! salut