Ultimi 150 metri di conoide nevoso per raggiungere la parete, necessaria la picozza. La prima sosta rimane una ventina di metri dal livello neve, la si raggiunge attaccando quasi sotto la verticale con 3-4 metri di placca un po’ sporca e poi buoni appigli (sconsigliata la risalita nel diedro causa scariche di pietre).
Molto bello il quinto tiro, un lungone di 50 metri continuo e poco spittato (5b?) e L6 con il traverso nel diedro (qualcosa di più di 5a obbl.).
Doppie lungo la via, delicate quelle lungo L7 e L6. Con corda da 60m abbiamo concatenato L2 e L1. Un’ultima doppia per raggiungere il nevaio.
Via bella e varia, con gradi abbordabili, in un ambiente incantevole nel cuore del Bianco.
Con Chiara che ha stoicamente sopportato le 3 grandinate durante la discesa.
Un grazie al gestore Gonella del Dalmazzi per l’abbondante cena ristoratrice, la polenta con salsiccia vale il viaggio 😉