Rossa (Forca) da Baita Flora Alpina

Rossa (Forca) da Baita Flora Alpina
La gita
paoloemme
4 31/03/2011
Osservazioni
Visto valanghe lastroni esistenti
Neve (parte superiore gita)
Crosta da rigelo portante
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Equipaggiamento
Telemark
Traccia GPX

prosegue il mio soggiorno dolomitico (finira’ domani). Oggi su questa facile gita, molto frequentata. Partito alle 10, mentre salivo ho incontrato tre o quattro coppie di skialp ed un paio di singoli. Mentre si sale, non farsi ingannare dall’invito che fa la montagna a prendere la val di Forca, con l’imbocco a circa 1950 metri, sulla destra, davanti ai fienili, perche’ quella non e’ la valle giusta, ed e’ anche stretta e valangosa. Proseguire invece sui panettoni sulla sinistra salendo. Oggi, al parcheggio, avevo scambiato due chiacchiere con due skialp non molto esperti che avevano come meta la Forca Rossa. Partiti un po’ prima di me, li ho visti poi imboccare la Valle di Forca. Quando mi hanno notato, in lontananza, gli ho fatto dei segni ed hanno visto che ero sul versante opposto, ed hanno cambiato strada. Pero’ occhio che e’ facile sbagliarsi. Dopo i fienili ed i panettoni io sono salito prendendo il primo anfiteatro, piu’ o meno dai 2100, e poi a sinistra sui costoni. La giornata era bella. Appena sono arrivato alla Forcella si e’ annuvolato!! (Rovinandomi la discesa). Tutta la gita la si fa in uno splendido scenario dolomitico, con davanti, a nord, il gruppo del Sas di Valfredda ed alle spalle, a sud, le Pale di San Martino. Torniamo pero’ alla discesa… Sono arrivato su in un paio d’ore e dopo l’estasi di rito davanti ai panorami, spellaggio, etc, alle 12,30 ho cominciato la discesa. Il primo tratto, dove confluiscono tutte le molte tracce che vengono dalle varie direzioni, e’ arato, con neve crostosa portante, l’ho fatto in derapage con raspa (qui lo dico e qui lo nego, pero’ ho la giustificazione di essere solo e con uno zaino molto pesante!). C’era anche una luce pessima, con il cielo quasi coperto, non vedevo nulla se non bianco, bianco e basta. Anche se mi fermavo non me ne accorgevo. Me ne sono accorto pero’ quando un paio di volte sono andato per terra. Ho deciso di scendere costeggiando il Gruppo del Sas, in direzione ovest-sud-ovest passando accanto, ad una certa distanza, alle slavine che ricoprivano tutta la parete sud del Gruppo. La discesa, a parte il primo tratto, sarebbe stata bellissima, pero’ in quelle condizioni, che non vedevo niente, (era arrivato anche il senso di nausea), non mi divertivo proprio. Tra l’altro sull’itinerario di discesa che ho scelto non c’erano nemmeno tracce. Siccome in questi casi gli occhi non servono perche’ non vedi ne’ le pendenze, ne’ le buche, niente, ho deciso di affidarmi

a Romolo e Remo (i miei sci) e di ragionare con i piedi, lasciando a Romolo e Remo il compito di tastare il terreno. Cosi’, un po’ alla volta, con diagonali telemark assistite dalla raspa, sono sceso. Finche’ non ho incontrato una provvidenziale traccia di ciaspolari che faceva contrasto sulla neve e che mi ha molto aiutato. Poi, verso quota 2200 il cielo si e’ un po’ aperto ed ho avuto una discreta visibilita’ e su quei pendii ideali per il telemark ho potuto fare curve veramente divertenti. Solo in basso, dopo i fienili, la neve era un po’ marcia. Sono arrivato alla macchina intorno all’1,30-1,45.

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