- Accesso stradale
- Park a Balmarossa
Sotto l’aspetto tecnico la via è molto bella, esteticamente e come scalata. I gradi sono molto tirati, i tiri valgono tutti almeno mezzo grado in più. Anche l’obbligatorio non deve trarre in inganno.
E’ una via tutto sommato breve, ma molto impegnativa e in un luogo davvero remoto. Verticalità assoluta e continuità, ne si ha la controprova poi sul sentiero del ritorno, vedendo quanto quella faccia della torre sinistra in realtà strapiombi dall’inizio alla fine!
Per goderci il tutto abbiamo deciso di spezzarla in due giorni, salendo il giorno precedente con calma e bivaccando nei pressi dell’alpe la bruna, un luogo di una bellezza infinita. Da li l’avvicinamento è evidente, abbiamo realizzato anche qualche ometto. L’acqua è ancora alta e il guado non è così scontato, ci abbiamo perso un po’ di tempo. Sostituito tutti i cordoni di sosta, tranne forse uno.
Eravamo in dubbio se salire questa via o la decantata Abrakadabra, a fianco. Onestamente, vedendo quest’ultima calandoci, siamo soddisfatti della nostra scelta.
Scalare qui è un piccolo sogno nel cassetto che si avvera, da quando per la prima volta osservai le torri, mentre davo una mano ad Andrea su Punta Phuc.
Selvagge e apparentemente inaccessibili, con ripidissimi canali e salti di roccia ai loro piedi.
Una bella via ma soprattutto una bellissima esperienza in montagna con due persone speciali, Turbo e Tricky.
Un pensiero anche per Adriano, che giovanissimo a 23 anni aprì questa via e iniziò la sua esplorazione del vallone, con il mito degli eroi del mucchio selvaggio e il suo approccio guascone, proprio alla “Nessuno”.
Come recita Henry Fonda nel finale del film: “Ecco vedi, forse la differenza tra me e te è tutta qui: io, quando capivo che c’era un guaio in vista se potevo lo evitavo; tu no, se il guaio non c’è te lo inventi, e poi risolvi tutto lasciando il merito a un altro, così puoi continuare ad essere nessuno; non è mal pensata sai?”.